Mia madre (79050)
Sonia, 29 anni
Sono obesa dall'età di 7 anni
e da allora (ma probabilmente da sempre) il mio rapporto con mia madre non è
stato dei migliori.
Il problema è sempre stato il cibo, per me una dipendenza vera e propria,
una droga della quale non riesco a fare a meno (in certi momenti ci provo perché
vorrei essere magra, avere un ragazzo, non sentirmi a disagio... in altri non
me ne importa proprio niente...), per lei un'ossessione, la fonte di tutti suoi
dispiaceri, insuccessi, la causa dell'avere una figlia non uguale alle altre,
senza pretendenti, goffa... in altre parole non perfetta.
Vi scrivo perché da un po' di tempo a questa parte sono arrivata ad un
livello di insopportazione nei confronti di mia madre che ha superato i limiti...
penso davvero non ci sia una persona che odio di più e che mi ha fatto
più soffrire, e a volte vorrei sparire, diventare sorda per non sentirla,
cieca per non vederla, per non vedere che è lì a spiare quello
che faccio, quello che mangio, quanto mangio, a che velocità e a che
ora lo mangio...
Ultimamente inoltre spesso ho attacchi d'ira, se prima piangevo e basta dopo
gli insulti, le critiche (quotidiane), ora la mia mente pensa solo di urlarle
di tacere... le urlo addosso tutto il mio odio, il mio disprezzo, la mia rabbia
ma soprattutto il mio dolore, sperando ogni volta che capisca una volta per
tutte che le parole non scivolano via come se niente fosse come pensa lei ma
feriscono come lame e tornano alla mente quando meno te l'aspetti.
Studio medicina, e da sempre mi dice che dovrei vergognarmi perché un
medico grasso dovrebbe vergognarsi di essere un medico, che se lei fosse un
mio paziente si rifiuterebbe di farsi curare da me... Recentemente ad esempio,
ho avuto l'occasione di iniziare a lavorare (il prox anno) assieme a mia sorella.
Tempo un giorno dalla notizia e la frase è arrivata... Insomma! Cerca
di limitarti! Vuoi proprio far fare brutta figura e far sfigurare anche tua
sorella, che non c'entra niente, sul posto di lavoro!
Inutile dire che sto pensando seriamente di rifiutare l'incarico.
La cosa che mi fa più arrabbiare è l'ipocrisia di mia madre, ora
mi urla che faccio schifo perché ho pensato di far merenda con una brioche...
e dopo avermi insultato per mezz'ora si presenta davanti a me con una brioche
come a chiedermi scusa... (di solito la brioche non la mangio o glie la tiro
addosso urlando).
E come se non bastasse mi rendo conto che mangio proprio perché so che
il massimo desiderio della persona che detesto e che mi fa soffrire di più
al mondo è vedermi magra. Mi rendo conto che così non si va da
nessuna parte ma è più forte di me... litigo e dopo un'ora sono
lì a rimpilzarmi fino alla nausea di cioccolata solo per ripicca...
C'è una via d'uscita a tutto ciò? Grazie per la risposta.
Cara Sonia, la via di uscita c'è
e passa attraverso le tue emozioni, i tuoi sentimenti e la tua voglia di confrontarti
con essi. Il conflitto aperto che stai vivendo da sempre con tua madre è
l'effetto di profondi conflitti che ti hanno portato ad atteggiamenti autodistruttivi
che, probabilmente, metti in atto per punire lei, ma non è la comprensione
puramente intellettuale della causa che può risolvere il problema.
E' difficile che tu possa farcela da sola perchè sei incastrata, insieme
a tua madre, in un circolo vizioso di azioni e reazioni che hanno le loro radici
nelle prime battute della vostra vita insieme. Siete invischiate in una rete
di rabbia, colpe e amore che sembra inestricabile e che è necessario
considerare da un punto di vista diverso da quello abituale.
Ti consiglio, quindi, di rivolgerti ad uno specialista nel campo della psicoterapia
e intraprendere un lavoro su te stessa, perchè questa è l'unica
strada per salvarti dal rischio di rovinare la tua vita e compromettere la tua
possibilità di essere felice. Decidi al più presto in questa direzione,
basta soffrire, non credi?
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