Morte madre (006873)
Mirko, 44 anni
Gentilissimi esperti,
circa un mese e mezzo fa è morta mia suocera dopo anni di sofferenze.
Da quel momento per mia moglie l'unico pensiero è il padre. Ormai praticamente
non esiste più nè vita familiare nè vita affettiva. Ella
è tutta protesa verso il padre (che a volte mi pare sia un pò
infastidito delle troppe attenzioni della figlia).
Il problema maggiore è che lei pretende che io "sposi" la sua
causa. In pratica il suo volere è questo: "io devo stare con mio
padre, che a te piaccia o meno. Se vuoi che il nostro rapporto possa continuare
devi accettare le mie condizioni. Prendere o lasciare". Per meglio comprendere
tutta la situzione credo sia opportuno chiarire che il nostro matrimonio dura
da 16 anni e che sino ad oggi è andato tutto sommato bene. Purtroppo
mi rendo conto adesso che per accontentarla, ho permesso che in tutti questi
anni lei rimanesse con il cordone ombelicale attacato ai genitori. Si sentivano
al telefono almeno dieci volte al giorno (abitiamo a 500 metri di distanza)
e non c'era giorno che lei non andasse dai genitori (anche più volte
al giorno).
Con la scusa che entrambi non godevano di ottima salute (soprattutto la madre)
abbiamo vissuto tutta la nostra vita coniugale con questo "condizionamento".
Come dicevo all'inizio adesso questo rapporto di unione si è ancora di
più rafforazato. Tutti quelli che ruotano intorno a noi (amici e parenti)
si sono resi conto dello strano comportamento di mia moglie, ma purtroppo tutti,
dopo averla ascoltata mi danno la stessa risposta "abbi pazienza ma non
sente lacuna ragione.
Forse il tempo la farà cambiare". Io sono un tipo paziente ed accomodante
ma adesso non riesco più ad assecondarla perchè il mio grande
timore è che con il passare del tempo la situazione sarà sempre
più tragica. Per meglio comprendere la situazione vi riferissco un comportamento
di mia moglie: da sempre tutti i sabato uscivamo a cena con i nostri amici.
Da quando è morta la madre, per non lasciare il padre solo, non siamo
più usciti ed inoltre ia moglie per evitare che gli amici ci invitino,
li ha allontati arrivando perfino a non rispondere al telefono. E questo comportamento
vale anche per gli altri casi: andare a fare shopping, andare al mare o in campagna,
ecc. In prativa è come se mia moglie si voglia sostituire alla madre
morta. A questo punto vi chiedo: cosa devo fare? devo accettare il diktat di
mia moglie o devo ribellarmi? Come faccio a fargli capire che sta sbagliando
o meglio che a me il suo comportamento non va bene? Vi prego datemi una mano
perchè non sono quanto ancora potrò resistere a questa situazione.
Il mio primo istinto è quello di mollare tutto e scappare il più
lontano possibile e ricominciare una nuova vita.
PS. Purtroppo credo che non lo farò mai perchè sono molto razionale
e penso sia al futuro di nostra figlia (14 anni) che al lavoro (occupo un posto
di massima responsablità nell'azienda familiare con i miei fratelli).
In attesa della Vostra gradita risposta, cordialmente vi saluto.
Se da una parte è
comprensibile che sua moglie sia così dipendente dal padre, dall'altra
appare un attaccamento che si sta consumando in modo troppo morboso, soprattutto
per le conseguenze.
Evidentemente, la morte della madre ha attivato delle colpevolizzazioni che
si esplicano in comportamenti relazionali di attenzione e "devozione"
verso il padre. In ogni caso, è trascorso un tempo relativamente breve
dall'evento della morte della madre e c'è da attendere che il dolore
e il disorientamento si esauriscano affinché si ristabilisca un clima
di maggiore lucidità e capacità di analizzare la situazione che
si è prodotta nel frattempo. Inoltre, deve realizzarsi una sorta di elaborazione
del lutto e di distacco dalla sofferenza che si è verificata perché
tutto possa ritornare come prima.
Naturalmente c'é da affrontare realisticamente la condizione di solitudine
e precarietà che vive il padre trovando insieme delle soluzioni. Solo
così, con buona probabilità, sua moglie potrà ritornare
alle condizioni precedenti e rendersi conto da sola la realtà che sta
vivendo e le difficoltà che si sono create in relazione ai suoi comportamenti.
( risponde il dott. Renato Vignati )
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