Ossessione di un figlio (53062)
Luisella, 52 anni, 30.09.02
Salve, è la prima volta che scrivo ad un sito e parlo del problema che mi insegue da anni e che da quest'estate mi è ripiombato addosso come un tornado, sconvolgendo la mia esistenza.
Non ho figli, non perchè non li ho voluti ma perchè la natura ha deciso così; dopo un aborto e un tentativo fallito di fecondazione assistita, ho capito che mai sarei stata mamma e ho accantonato il problema dicendomi che poi non era così importante averli visto che ho la possibilità di incontrare e stare vicino ai ragazzi nella scuola in cui insegno.
Certo non è la stessa cosa che avere un frugoletto a casa; però avevo cercato per i 20 anni di durata del mio matrimonio di eliminare o quantomeno limitare l'accenno alla nostra situazione con mio marito, che a differenza di me si incupiva ogni volta che veniva a conoscenza di un concepimento o una nuova nascita nell'ambito familiare o tra gli amici. Non perdeva l'occasione di ripetermi che a lui questa situazione pesava e che gli sarebbe piaciuto avere con un' altra donna un figlio tutto suo. Io ho sempre nicchiato perchè l'idea che lui andasse con un' altra , anche se a fini procreativi, mi faceva stare male e gli proponevo di fare l'adozione.
Ci abbiamo provato, nel senso che presso il Tribunale dei minori abbiamo ritirato il materiale cartaceo sulle regole, certificati, insomma tutte le pratiche da seguire, ma abbiamo lasciato perdere, rimandando a tempi migliori(secondo me)e visto che lui si era buttato con grande entusiasmo in una nuova attività che lo ha assorbito fino all'anno scorso, pensavo che non pensasse più al figlio tutto suo. Invece quest'estate, al ritorno da un viaggio di lavoro da un paese sudamericano, ( nel quale progetta di trasferirsi per alcuni mesi all'anno, essendo lui in pensione), mi ha confessato di aver avuto rapporti con una amica sudamericana , conosciuta per chat, con la quale io stessa ho caldeggiato il rapporto via e. mail perchè gli potesse essere utile come guida nelle località da visitare. Premetto che la signorina in questione è una donna libera, ha una sua attività è laureata, non è una donna di strada, quelle cioè con cui "vanno" certi turisti italiani e cercano quando vanno nei posti esotici.
A me che disperata gli chiedevo perchè avesse fatto una cosa del genere, lui ha risposto che lo ha fatto esclusivamente perchè vuole un figlio prima che sia troppo tardi in tutti sensi e se c'era un modo, lui doveva sfruttarlo anche se si vergognava di usare la sua amichetta che, invece penso che si sia invaghita di lui perchè lo cerca al cellulare, anche se lui imbarazzato xchè vede che io soffro, non risponde. In conclusione: o accetto questa situazione (tra breve lui tornerà in Sudamerica x affari e la vedrà di nuovo) cioè avere un figlio con questa donna che forse glielo farà, ma io penso con la speranza di sostituirsi a me, anche se lui mi ha assicurato dopo una litigata epica, che io sono la donna della sua vita e gli devo dare la possibilità di realizzare questo suo sogno o tra noi è finita. Io a parole sono d'accordo, però dentro mi macero, mi dico: Ma sei scema che gli permetti di umiliarti in questo modo?
Spesso, ultimamente gli ho urlato tra le lacrime che mi sarei rivolta ad un avvocato, ad una psicologo ecc e lui mi ha risposto di fare ciò che ritengo più opportuno, ma non avrebbe cambiato idea.
Gli ho proposto di gestire la cosa in un altro modo:cioè andare insieme x qualche mese, io avrei preso aspettativa e gli sarei stata accanto alla ricerca di una donna disponibile.Ma lui non vuole perchè conoscendo la mia indole gelosa , possessiva ed esclusivista non lo lascerei tranquillo e manderei tutto a monte.Non riesco a mandare giù questa cosa, a volte penso di lasciarlo e mandarlo al diavolo, ma l'idea di perderlo mi fa quasi impazzire, io lo amo sempre e percorrere la strada della vita che mi rimane senza di lui mi fa paura Non posso parlarne nè ai miei familiari nè agli amici xchè penso che lo condannerebbero all'ostracismo.
Cosa devo fare? Attenermi al detto:il fine giustifica i mezzi , quindi ingoiare la rabbia, la frustazione, il sentirmi esclusa (in genere facciamo tutto insieme)o mandare all'aria il nostro matrimonio ?
Lui mi accusa spesso di essere irrazionale e in questa situazione che mi sta distruggendo psicologicamente perchè alla fine ho paura che lui se ne vada comunque, sono d'accordo anche io.
Grazie per la pazienza di aver letto questo mio lungo sfogo,ma volevo essere chiara.
Luisella
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Ciao Luisella, dalla tua lunga lettera traspare tutta la tua ansia per il problema che descrivi ma credo che dovresti fare alcune considerazioni importanti prima di prendere qualsiasi decisione. E' assolutamente comprensibile che il desiderare un bambino e non poterlo avere sia una grandissima frustrazione ma credo che nel tuo rapporto questa situazione stia forse sfuggendo di mano ed entrambi.
Ritengo che un figlio debba essere un progetto comune fra le due persone che decidono di averlo, tenendo ben presente che poi saranno loro a doverlo crescere e accudire. Il fatto che tu non possa averne è sicuramente una grande sofferenza anche per tuo marito ma "usare" qualcunaltro con lo scopo di raggiungere il proprio obiettivo è qualcosa che mi pare vada valutato un po' meglio di come tu descrivi. Al di là del fatto che il bambino dovrebbe essere concepito con un altra donna, non mi è chiaro che ruolo immagini di avere tu rispetto al piccolo, visto che la madre sarebbe l'altra. E tuo marito, se lo concepisce in Sud America e rimane lì solo qualche mese all'anno, come pensa di fare per il resto del tempo? Vuolo fare il padre part-time?
E poi mi domando se forse il tuo rapporto di coppia non abbia trovato il suo equilibrio proprio in questa frustrazione, altrimenti non mi è chiaro come mai non avete proceduto con le pratiche per l'adozione che avrebbero potuto darvi il figlio che desideravate. Le soddisfazioni lavorative sono sicuramente una cosa molto importante nella vita di ognuno ma non necessariamente sono utili o sufficienti a sostituire il desiderio di avere un bambino, nè ritengo che siano incompatibili con la sua presenza.
Credo, inoltre, che il comportamento di tuo marito sia piuttosto ambivalente: sei la donna della sua vita ma se non ottiene quello che vuole tra voi è finita. Anche la tua idea di prendere l'aspettativa per andare alla ricerca di una donna disponibile mi sembra altrettanto ambivalente: non sopporti l'idea di un'altra ma poi intendi aiutarlo a cercarla.
Mi sembra che siate in un momento di grande confusione che rischia di farvi fare cose le cui conseguenze potrebbero essere davvero di difficile gestione e soprattutto di farvi perdere di vista il fatto che un figlio non è una cosa che va contrattata ma, come ho già detto, dovrebbe appartenere ad una progettualità condivisa tra due persone che scelgono di affrontare insieme questo cammino.
Vi consiglio di provare a fare il punto sulla vostra relazione, su cosa la alimenta e cosa invece la contrasta, anche perchè credo che tuo marito stia facendo prevalere i suoi bisogni in modo fin troppo egoistico, fino ad umiliarti con la richiesta di concepire un figlio con un'altra e avere il tuo consenso. Forse la tua dipendenza da lui ti sta facendo perdere di vista che la richiesta è quantomeno singolare e sicuramente poco rispettosa di te come persona e anche della tua sofferenza per non aver potuto concepire quel bambino che anche tu volevi. Non è lui l'unico che soffre.
Non so dirti cosa sia giusto fare ma credo che una strada percorribile possa essere quella di cercare di accettare ciò che il destino vi ha riservato rispetto alla possibilità di avere un bambino magari facendovi aiutare da uno specialista di coppia che possa sostenervi in questo difficile momento.
Ti faccio i miei migliori auguri.
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