Personalità (165623)
Pietro, 13 (165623)
La mia Storia: Ciao, la mia famiglia è una molto problematica. A dir il vero, diciamo che all'esterno, la mia famiglia è un po' come tutte le altre: mio padre ha un lavoro, (pur avendo molti debiti...) mia madre invece è una casalinga, e poi c'è mia sorella, più grande di me di 3 anni.
Nonostante l'apparenza però, nella mia famiglia c'è una pesante aria di tensione, difatti, mia mamma e mio papa' litigano praticamente da quando siamo nati io e mia sorella.
Litigano violentemente, mio padre è stato più volte cacciato di casa, questa situazione sgradevole, è circondata anche, dalla nostra non ben lieta situazione finanziaria; i miei genitori ci hanno sempre, SEMPRE, fatto pesare questa situazione.
Forse non sono stati neanche loro, forse la colpa è stata mia, della mia invidia verso i miei compagni, che hanno Iphone 6 e cose del genere, e io che non posso nemmeno levarmi un divertimento ogni tanto. Ma non è questo di cui voglio parlare. Vado al punto: sono sempre stato una persona molto introversa, alle elementari avevo un solo amico.
Ora sono in terza media, ho qualche amico, però, vengo parecchio sfottuto, perché non reagisco, evito.
Le pochissime volte che ho reagito, ho fatto davvero male a questi ''miei coetanei''.
Quando lo feci, furono le uniche volte, nelle quali ebbi un po' di autostima verso di me; ma dopo di questo, gli sfotto' continuavano e continuano.
Dall'inizio della prima media, inizia a parlare da solo a insultare me stesso. Ho discussioni furibonde con un ''altro'' me.
Ovvero quando parlo da solo mi insulto, perché se sono un cosidetto ''sfigato'' la colpa è mia, della mia gentilezza e della mia timidezza.
E questo l'altra parte di me non esita a farmelo notare. Parlo da solo sopratutto quando non c'è nessuno che mi possa vedere, ma ora qualche volta inizio a parlare da solo anche a scuola, ma per fortuna mi contengo.
Almeno lì. Vado al sodo, ormai da quando continuano queste discussioni nel mio io interiore, non ho più il controllo della mia mente.
Più volte ho pensato a ''farla finita'', l'unica cosa che me l'ha impedito, è stata la mia paura, e oltre a questo, ormai mi lascio andare alla rabbia e al nervosismo anche con persone che non mi hanno fatto nulla.
La mia domanda, penso sia questa: cosa devo fare?
Devo accettare questo ''altro'' me? Devo cambiare?
Spero mi possiate rispondere, anche se mi son dilungato, scusate. Ultima cosa, che penso possa entrarci qualcosa, per i miei genitori ho un ''dualità'' di rapporto, per alcuni motivi odio mia madre e mio padre con tutto il cuore, e allo stesso tempo gli voglio ovviamente bene, anche se il mio odio mi costringe a dire cose bruttissime a mia madre, subito dopo me ne pento.
Ed ho parecchie crisi ''isteriche'', essendo una persona molto empatica.
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Gentile Pietro, tutto ciò che ha scritto é estremamente importante e da non sottovalutare, come lei riporta il dilungarsi ha reso possibile offrire una comprensione della situazione altrimenti lacunosa é quindi apprezzabile l'analisi dei diversi ambiti in cui si confronta con gli altri. Rispetto alla sua domanda se accettare "l'altro se" sarebbe importante che potesse analizzare e capire meglio in cosa consiste, come integrare parti diverse di se stesso ed affrontare le proprie reazioni ed emozioni. I cambiamenti non sono così semplici da attuare, ma il solo fatto che si ponga l interrogativo dimostra che sente di non stare bene attualmente quindi vale la pena andare più in profondità. Parlarne con uno specialista potrebbe aiutarla a fare chiarezza su tanti dubbi che la rendono insicuro. Vista la sua giovane età sarebbe importante poter condividere con i suoi genitori quello che le sta capitando e rivolgere a loro una richiesta di aiuto che si espanda ad un professionista. In adolescenza ogni emozioni è amplificata, il rapporti con i coetanei è denso di contraddizioni e le scelte per il futuro sono vitali, un supporto per affrontare i cambiamenti e le relazioni potrebbe aiutarla in diverse situazioni, a partire dalla sua famiglia, passando per l invidia e l introspezione fino ad arrivare ai pensieri autolesionisti.
Spero di essere stata d aiuto e resto a disposizione per approfondimenti
Dr ssa Luisa Bonomi
(Risponde la dott.ssa Luisa Bonomi)
Pubblicato in data 12/02/2015
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