Problemi di coppia (104755)
Carla 32
Caro Dottore, le scrivo nella speranza di avere risposta. Ho da un anno e mezzo una relazione con un ragazzo di 28 anni, che si è sempre dimostrato una persona seria e stabile. Mi ha sempre detto di non amare le avventure, che sono una scelta ponderata, che mi ama. Dopo 2 anni in cui non ha avuto nessuna relazione di nessun genere, sono arrivata io, più grande, con un lavoro ben retribuito, lui insoddisfatto che ancora non si sente realizzato economicamente e professionalmente. Non l'ho mai controllato, ho sempre mostrato cieca fiducia, poi, dopo circa sei mesi di relazione, lui comincia a scherzare sulle altre donne, trovavo lo scherzo di cattivo gusto, ma nella natura umana, poi piano piano ha degenerato, la notte mi addormento sentendogli raccontare delle donne avute e di quelle non avute, il giorno continui commenti su tutte quelle che passano, e poi la novità: beati quelli che girano di festa in festa e combiano donna ogni giorno... Scopro che in un sms ad un suo amico gli dice che ha conosciuto una tipa e che ha fatto di tutto per rincontrarla; il peggio è che non è vero, la tipa non esiste, ha risposto così solo perchè l'amico gli chiedeva se aveva fissato la data delle nozze con me. Si giustifica dicendomi che sono quella che vuole, che non potrebbe avere di meglio, ma che la monogamia è una sofferenza, una rinuncia, e quindi che lo devo fare almeno fantasticare e che gli devo far fare lo sbruffone, perchè contano i fatti, non mi tradisce e mi ama, e vuole un futuro con me. Io vi leggo immaturità, mancanza di rispetto, senso di rivalsa nei miei confronti che gli appaio come "una colonna, incorruttibile che gli da solo certezze". Mi sembra di dover pagare con le liti e la sofferenza per la sicurezza, l'amore e la totale dedizione che gli porto. Mi fa sentire in colpa dicendomi che in giro c'è peggio e che lui è un santo. Credo che abbia problemi, che sia un irrisolto. Vorrei un chiarimento e un consiglio.
Cara Carla, una storia d'amore inizia spesso con una serie di impegni che non si riescono a raggiungere. Il punto non è però valutare la delusione e la distanza tra le aspettative ed il quotidiano, ma piuttosto accettare con maturità che la vita è la vita, ognuno ha la sua e c'è quello che c'è. E soprattutto è facile scivolare in un opprimente senso di disagio, in cui l'altro non è più chi ci fa sognare, ma chi ci mette ansia. Anche troppo facile leggere una tensione di crescita e una punta di angoscia da prestazione nel tuo compagno; tu, però, dove sei? Chieditelo e datti una risposta cercando di volerti bene, più che volendo bene all'altro.
(risponde la Dott.ssa Lucia Daniela Bosa)
Pubblicato in data 20/01/08
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