Problemi di coppia ( 133424)
Sono sposata da un anno e tra me e mio marito non ci sono rapporti sessuali. La nostra storia è durata 15 anni, fidanzamento compreso. Sin dall'inizio il sesso non è mai stato tanto importante per noi, ma c'era la voglia di affrontare insieme la nostra prima esperienza. Così, per diversi anni abbiamo avuto rapporti non molto frequenti, nè soddisfacenti almeno per me. Da parte sua ho sempre notato la tendenza a vivere il sesso come una colpa, sembrava quasi che dovessi implorarlo per ottenere delle attenzioni sessuali, ma poi, stranamente, durante i nostri incontri lui mi trattava come un oggetto. Poi, tre anni fa ho conosciuto un uomo molto più grande di me, mio datore di lavoro, con il quale ho creduto di vivere una storia d'amore, mentre da parte sua era solo sesso. Gli incontri erano molto appaganti per me, ed in più mi sembrava ci fosse grande feeling mentale ed affetto, ma non era così da parte sua che si è innamorato di una ragazza molto più giovane, scomparendo nel nulla ed accusandomi di essere una poco di buono. Da allora sono rimasta in una condizione di vergogna, impotenza e sconforto, non ho più alcuna fiducia in me stessa e nelle mie capacità. Il rapporto con il mio fidanzato è diventato sempre più un rapporto di facciata, una finzione, ma nonostante tutto abbiamo deciso di sposarci. La convivenza non ha migliorato nulla tra di noi. Mio marito ha la tendenza a farmi sentire in colpa per ogni picccola esigenza. Quando ho provato ad affrontare l'argomento, lui mi risponde di provare attrazione per me, che tutto dipende da me, ma poi, non c'è alcun tentativo di approccio. Il fatto è che non ce la faccio a tornare indietro e reimpostare il rapporto fisico come un'elemosina nei confronti di lui, per poi non provare alcuna gratificazione. Vorrei aggiungere anche delle osservazioni sulle nostre famiglie di provenienza, sperando possa essere utile. Mia madre ha sposato mio padre dopo essere stata lasciata dall'amore della sua vita, e, in maniera più o meno velata, ci ha lasciato intendere di continuare a rimpiangerlo; è una donna con una vita difficile, soffre di agorafobia e segue, da due anni, un percorso analitico, con l'ausilio di psicofarmaci. Nella famiglia di mio marito ho sempre notato la tendenza a privilegiare l'ipocrisia; ho saputo che tra i suoi genitori non c'è alcun rapporto da diversi anni e le accuse reciproche sono numerose, so per certo che suo padre non vuole alcun rapporto con la moglie e non perde occasione per denigrarla.
Cara Tania,
il tuo probabilmente è un rapporto-rifugio, una relazione contenitore in cui tutto sommato ritrovi delle sicurezze che altrimenti ti verrebbero a mancare, ma che è dificile chiamare innamoramento.
E' una sorta di "amicizia speciale", che ti supporta e ti deprime al tempo stesso.
Il problema transgenerazionale certo ha la sua importanza, perchè è come se avesse abituato entrambi a una pessima qualità della vita, ma oggi siete voi due i protagonisti di quello che fate e tu sei protagonista di quello che fai.
Parti dall'interno e cerca di scoprire veramente quello che vuoi, accettando il prezzo che dovrai pagare per ottenerlo. Si paga sempre un prezzo veramente alto per ottenere qualcosa di veramente nostro. Nela vita ricordati che ogni scelta comporta una perdita e la cosa ovviamente più brutta da perdere è la possibilià di essere felici.
La storia che hai avuto è stata una fuga confusiva, come una fuga confusiva è stato anche questo matrimonio.
Fermati e datti un lungo spazio di riflessione soprattutto riparti da te stessa.
(risponde il Dott.ssa Lucia Daniela Bosa)
Pubblicato in data 24/07/09
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