problemi famigliari (46061)
Angela, 39anni (3.12.2001)
Sono
sposata da 7 anni, dopo un fidanzamento di 12 anni.Con mio marito
conosciuto all'Università sono sempre andata di buon accordo,
in passato non litigavamo praticamemte mai. Il problema è
stato fin dall'inizio il rapporto con la sua famiglia, di estrazione
sociale diversa dalla mia. Io sono la figlia di un dirigente, il
padre di mio marito era un camionista e sebbene pensavo che al mondo
d'oggi non ci sarebbero più dovuti essere problemi di questo
tipo ed essendo entrambi laureati, in realtà sono stata male
accolta e a volte anche maltrattata da questa famiglia.
Quando ci siamo sposati, mio marito mi ha portato in un appartamento
della sua famiglia, dicendo che era solo per poco tempo, circondata
da tutti gli angoli dai parenti della sua famiglia. Ho sofferto
moltissimo, nessuno mi rivolgeva la parola, quando mi affacciavo al
balcone sentivo urlare:zozzona! Mio marito mi rassicurava, dicendomi
che i suoi mi volevano bene, solo che non c'era un feeling tra di me
e loro.Quando è nato mio figlio, un bellissimo bambino, i
rapporti sono notevolmente peggiorati. Premetto che mio marito viene
da una famiglia di quattro figli, tutti sposati, ma che nessuno ha
avuto figli, c'è stata solo un adozione da parte di una
sorella sterile. Mio marito mi è cominciato a diventare
ostile, dicendomi che lì ero l'utero in affitto che mio figlio
doveva diventare un pò il figlio di tutti, che lo dovevo
mollare.
Mi sono rivolta ad un avvocato, consigliata da mia madre e il tutto
si è momentaneamente risolto in un cambio di casa abbastanza
lontana da tutto il clan. Il problema che mio marito mi è
diventato sempre più ostile, non sò se lo fa apposta o
se non sta bene. Parla da solo, mi tormenta in continuazione con
frasi in cui sono presenti spesso persone della sua famiglia(es ti
devo rovinare per mamma mia, mia sorella è A ?, Romina qui,mia
sorella vuole un'altra mamma, voglio Romina(la moglie del fratello),
vince Romina), dice frasi volgari anche al bambino(ti faccio il buco,
mia sorella vuole il culetto ecc.)con un linguaggio che non comprendo
e che mi fa stare male.
Quando dico quello che ho sentito, nega tutto.Ho provato con una
psicoterapia, ma non è voluto venire.Mi ostacola nel lavoro,
facendomi capire che se mi allontano porta il bambino dalla sua
famiglia e lo fa diventare uno di loro. Sono sola e disperata, mia
madre si è ammalata e non voglio coinvolgerla
ulteriormente.
Anch'io sono molto provata, e non so se ho la forza di affrontare una
separazione in cui chiederei l'affidamento esclusivo del bambino.Il
solo pensiero che venga portato a quella famiglia mi fa
impazzire.
Sono disperata, vi prego aiutatemi!
Il
problema che esponi è sicuramente molto complesso e di non
facile soluzione ma il fatto che tu chieda aiuto è già
un passo molto importante. La prima cosa su cui credo bisogna
soffermarsi è il problema con tuo marito. Anche se non lo
scrivi esplicitamente, alcune cose che tu dici mi fanno ritenere che
la vostra storia sia finita o che sia gravemente in crisi, tanto fa
farti andare da un avvocato e considerare la possibilità di
una separazione. Questo mi porta anche a credere che ci siano tra voi
gravi difficoltà di comunicazione ulteriormente aggravate dal
particolare modo di fare e di esprimersi di tuo marito.
E' possibile che lui "non stia bene" come dici, ma anche in questo
caso non significa che tua debba subire le sue aggressioni verbali,
anche in considerazione del fatto che queste possono nuocere,
inoltre, al vostro bambino. Ritengo che sia utile aver consultato un
avvocato perchè la situazione che descrivi potrebbe
necessitare di una soluzione giuridica ma credo anche che non
dovresti escludere la tua famiglia di origine dalla questione visto
che potresti non riuscire ad affrontarne gli aspetti pratici, oltre
che psicologici, completamente sola.
Credo che tu debba decidere innanzitutto se intendi rimanere con tuo
marito oppure no. Se riuscirai a raccogliere le energie necessarie
per affrontare l'eventuale separazione, l'iter giuridico, come ti
avrà spiegato l'avvocato, se escludiamo un accordo consensuale
tra te e tuo marito, ti porterà a tutta una serie di scontri e
valutazione per stabilire le condizione di affidamento. Non
sarà una cosa semplice ma forse è necessaria per farti
uscire dalla triste condizione in cui sei finita. In bocca al
lupo.