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Problemi familiari (000078)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 321 volte

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Claudia, 20 anni

Ho un problema molto serio. Non mi sono mai rivolta ad un esperto per un supporto psicologico,ma sto male. Da 6 mesi sono fidanzata con un uomo. Lui ha 30 anni,io 20.Insieme stiamo benissimo,io lo amo e sono ricambiata al 100%. Purtroppo la nostra è una storia a distanza. Lui vive in Sicilia, io a Roma.Ogni 15 giorni massimo,lui prende il treno e sale per venirmi a trovare,anche solo un giorno. Lui è separato, l'ex-moglie vive a Bologna e non hanno figli.questo a me non ha mai creato problemi. Io sono studentessa universitaria, non lavoro e quindi vivo a carico dei miei genitori.Lui è proprietario di un salone di bellezza, è autosufficiente e vive solo. Ora, ai miei lui non è mai piaciuto: troppo grande, non alla mia altezza a livello di istruzione, il suo stato di separato....mia madre ha fatto di tutto per dividerci, io dallo stress sono anche andata in ospedale,ma non ci è riuscita. A capodanno ho deciso di andare in Sicilia da lui e sono partita, 7 giorni.
Ho conosciuto la sua famiglia, tutti i suoi amici, il suo mondo.Tornata a Roma la situazione in famiglia è stata tragica: mutismo nei miei confronti, trattamenti freddissimi e distaccati....poi la situazione è sembrata migliorare. Mio padre pare aver accettato la cosa,anche se con un pò di tristezza, mia madre riprende a parlarmi....4 giorni fa parto per Terni con lui e andiamo da sua sorella che ha appena avuto una bimba....torno a casa dopo tre giorni e mia madre dice che sono una (mi si scuserà il termine) mignotta, che me ne devo andare da casa, che mi sono rovinata, che lei non mi considera più sua figlia, che per lei non esisto più. Ci sono state litigate furiose,io appena torno a casa vengo presa da crisi di ansia, piango per un nonnulla, dormo male, non mi sento apprezzata anche se faccio quello che ho sempre fatto:sono un'ottima studentessa, a casa aiuto moltissimo e via di seguito. La mia domanda è: devo rimanere a casa, prendere la laurea (mi mancano un paio d'anni) e poi andarmene oppure andare via adesso da un posto in cui sto male e in cui ritorno ogni volta con un senso di angoscia pazzesco? Dimenticavo di dire che mia madre è riuscita a mettermi contro tutta la famiglia: zii, nonni e parenti vari. Solo mio padre sembra darmi ancora un pò di credito e capire la mia situazione, ma il suo aiuto è minimo perchè adotta la tecnica del "buon viso a cattivo gioco". Grazie mille per il tempo concessomi. Cordiali saluti.
Claudia P.

Salve Claudia, mi sembra che la situazione non sia delle più semplici, ma certo una soluzione non potrà venirle dall’esterno. Pone un quesito (/devo rimanere a casa, prendere la laurea (mi mancano un paio d'anni )e poi andarmene oppure andare via adesso da un posto in cui sto male e in cui ritorno ogni volta con un senso di angoscia pazzesco?)/ a cui può rispondere soltanto lei. Certo non deve essere facile tornare a casa ogni giorno, ma decidere di andar via rompendo i rapporti e lasciando l’università non mi sembra la soluzione migliore.
Adesso le sembrerà la soluzione più facile, ma in seguito sarebbe ancora più problematico cercare di ricreare un legame, e mi sembra che lei ci tenga molto calcolando la sofferenza che sta provando. Non ho alcun dato per aiutarla a capire la motivazione della reazione da parte dei suoi genitori, a tal fine prenda in considerazione la sua vita passata, prima dell’incontro con il suo attuale partner. Allo stesso tempo cerchi di avere un dialogo sincero e profondo con i suoi familiari, anche per permetter loro di sentire quali sono le ragioni, e soprattutto i sentimenti, che la legano al suo partner. A parte questo non è possibile darle soluzioni “già pronte”. Se vede che l’ansia e le crisi di pianto continuano a manifestarsi potrebbe anche pensare di intraprendere un percorso terapeutico, è possibile che la situazione attuale sia solo la scatenante per un malessere preesistente. Da una semplice consulenza on line non mi sento di azzardare e saltare a conclusioni simili. Non ci sono gli elementi per poterlo affermare.

( risponde la dott.ssa Simona Rosati )

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