Problemi familiari (001803)
Antonio, 31 anni
Salve, mi chiamo Antonio, 31 anni
sposato da uno e padre di un bimbo da 4 mesi. Il mio problema è legato
al conflitto che si è venuto a creare tra me e mia moglie e la mia famiglia
di origine in particolare mia madre e la famiglia di mia sorella che è
più grande di me di 13 anni. Prima della nascita del bambino infatti
i rapporti tra noi erano più che buoni, in seguito ad atteggiamenti ritenuti
da mia moglie invadenti dopo la nascita del bimbo, sono sorti un sacco di problemi
per i quali ho anche mille sensi di colpa: all'inizio mia moglie mi accusava
di non difenderla da certe intransigenze e che sarebbe stata l'ora di tagliare
il cordone che mi legava in particolar modo a mia sorella, sapendo comunque
che non aveva torto, anche perché non sopporto i conflitti, cercavo di
farla ragionare aggredendola e spesso dicendole che era stressata, che mia sorella
e mia madre avevano certi comportamenti perché le spettavano di diritto,
così i litigi erano frequenti e violenti.
Ad un certo punto però ho deciso di parlare a brutto muso alla mia famiglia,
ho detto che sarebbe stato opportuno da parte loro lasciarci stare per un po'
finchè non ritrovavamo un pò di pace, loro hanno preso questa
decisione come un affronto, accusandomi di ascoltare esclusivamente la versione
di mia moglie, che verso di loro non avevo riconoscenza per tutto quello che
avevano fatto per me, ecc., ecc.: come mia moglie mi accusava di ragionare con
il cervello di mia sorella, oggi loro mi accusano di ragionare con il cervello
di mia moglie creandomi a volte sensi di insicurezza e di vuoto verso me stesso.
Mi ritrovo così oggi con un rapporto con mia moglie che sto cercando
di ricostruire ma a fatica in quanto noto che le è venuta a mancare un
po' la fiducia in me, per esempio ogni piccolo particolare che porti alla mia
ex famiglia è un argomento tabù che rischia di farci di nuovo
litigare, con la mia famiglia di origine ho smesso quasi di parlare, ho atteggiamenti
sfuggenti anche perché
probabilmente vorrei la loro ammissione di colpa su certi loro errori, provo
una gran tristezza se penso che davvero i rapporti si siano guastati definitivamente.
Sono in confusione, fino ad oggi non ho mai avuto a che fare con la depressione
e devo dire che è dura.
Ciò che voglio è salvare il matrimonio perché amo mia moglie
e tornare ad avere un dialogo spensierato con lei, godermi mio figlio oltre
che ritrovare un equilibrio ed un rapporto normale con la mia famiglia di origine
in questa nuova situazione, particolarmente con mia sorella, che mi è
sempre stata amica fino ad oggi e verso la quale nutro vera ammirazione seppur
riconosca i suoi difetti. Il solo pensiero però che sono diverse settimane
che non ci parliamo, che sono molti giorni che non vedono il loro nipote, e
che se fossi stato più "uomo" fin dall'inizio tutto ciò
non sarebbe successo, mi sta dilaniando ed anche le cose semplici mi sembrano
montagne. Spero di essere stato abbastanza chiaro e ringrazio fin da ora dell'aiuto
che vorrete darmi.
Caro Antonio, i tuo problemi attuali
sembrano essere l'effetto di cause che sono dentro di te, di tuoi meccanismi
di difesa e delle tue paure che, fin dall'infanzia ti hanno portato a lasciare
che fossero gli altri a stabilire per te quali fossero le cose giuste. Certo
da bambino non avresti potuto proporre alternative alle decisioni dei grandi
ma di tutto quello che è accaduto dopo ne sei responsabile, che non vuol
dire colpevole. Devi considerare che anche le persone che ti circondano e che
ti amano, sono condizionate, nei loro comportamenti, dai loro meccanismi mentali
e dalle loro paure che li spingono a tentare di tenere il controllo, a modo
loro, su chi amano e non vogliono perdere.
Tutto questo è umano, proprio perchè egoistico, ma, se glielo
permetti con un atteggiamento insicuro e passivo, possono andare oltre. Tua
moglie, con la sua insofferenza legittima all'invadenza della tua famiglia di
origine, ti ha messo di fronte a una situazione che tu già conoscevi
ma su cui non ti eri soffermato per il timore di creare conflitti che ti senti
incapace di gestire. Eppure i conflitti sono necessari per crescere, per conoscere
e imparare ad affermare se stessi, e questo non vuol dire necessariamente rompere
relazioni, o arrabbiarsi, ma creare equilibri nuovi e un modo più maturo
di vivere i rapporti. La prima cosa che devi stabilire è quello che tu
pensi e senti riguardo a cio che succede intorno a te, avere una tua opinione
in merito e non lasciarti "manipolare" da nessuno. Sia la tua famiglia
che tua moglie sentono che tu non prendi posizione, o se lo fai ti senti colpevole,
e quindi ti rimproverano o tentano inconsciamente di punirti ogni volta che,
a loro parere, stai sbagliando.
Non avere paura di definirti e di esprimere te stesso per quello che sei, nè
di offendere qualcuno con un rifiuto, non si tratta di mettere alla porta nessuno,
ma solo di aiutare gli altri a capire con dolcezza, ma anche con fermezza, fino
a che punto possono arrivare, ma devi essere tu a stabilirlo perchè ne
sei convinto. Questo è valido anche per tua moglie che non può
comunque pretendere che tu interrompa i rapporti con i tuoi famigliari, a meno
che non sia tu a deciderlo. Nel momento in cui tu saprai cosa vuoi i conflitti
si risolveranno facilmente; vivere cercando di evitare conflitti è il
modo per creare una tensione costante.
( risponde la dott.ssa Mirella Tavernise )
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