Problemi familiari (23848)
Michela 25
Gentili dottori, ho 25 anni mi sto per laureare, sono sempre stata una ragazza
molto insicura di sé e per questa ragione non ho mai avuto amicizie durature,
adesso addirittura, per mia scelta, non ho più nessuno. All'inizio stavo
meglio così, ma ora, da un po', mi prendono attacchi di panico, soprattutto
ho un terrore grandissimo di perdere i miei genitori. Ho sempre pensato devo
dire alla loro morte ma da un paio d'anni a questa parte il pensiero è
abbastanza frequente, soprattutto mi si stringe il cuore pensando a loro perché
so di averli delusi come figlia, al liceo pur essendo sempre la più brava
a scuola ho fatto loro passare i guai perché vivevo ogni prova ogni compito
in classe con un'ansia terribile, ho anche dovuto al penultimo anno cambiare
scuola e andare in una scuola privata per non esaurirmi del tutto(inutile dire
che con i miei compagni i rapporti erano inesistenti, io pensavo solo allo studio
e ai loro occhi, chiaramente non esistevo neppure). All'università ho
frequentato delle comitive, ma mai che sia riuscita a mantenere un'amicizia,
il confronto alla fine mi distrugge. Ma per me non è tanto il problema
quanto per i miei genitori che ormai si sono rassegnati a vedermi sempre sola,
non è questo il problema, però sento di averli delusi ed anche
sul piano scolastico(per loro avrei potuto laurearmi più in fretta, sebbene
anche motivazioni d'ordine burocratico me l'abbiano di fatto impedito). Loro,
chiaramente, negano dicendo che un figlio non può "deludere"
un genitore il quale casomai può solo soffrire della sofferenza dei propri
figli, ma io vorrei fossero orgogliosi di me, percepisco che mia madre soffre
un po' a sentire i suoi amici che parlano dei loro figli che già hanno
vinto dottorati, lavorano ecc.. Avverto un certo disagio quando lei parla di
loro cercando di farmi credere che comunque non li considera meglio di me. Oltretutto
mia madre ha un rapporto abbastanza infelice con sua madre e anche per questo
vorrei fare qualcosa per rallegrarla e farla sentire meglio. Di fatto sia lei
che mio padre sono sempre iper apprensivi nei miei confronti, cercano sempre
di guidarmi e di prendere le mie scelte al posto mio come se io fossi ancora
e sempre quella debole, da difendere e proteggere. Io ho un grandissima paura
di staccarmi da loro e di fallire nella vita, ma soprattutto ho paura della
solitudine, fin'ora ho sempre avuto loro ma quando andrò via di casa,
e dovrò pur farlo perché ua parte di me lo desidera ardentemente,
come farò senza amici, senza un ragazzo senza nessuno? Il mio problema
è che in seguito alle delusioni e alle sconfitte del passato non voglio
più saperne di amici o fidanzati che mi facciano venire ulteriori complessi
di inferiorità ma i miei genitori non sono eterni e quando non ci saranno
più che farò? Vorrei riuscire a bastare a me stessa sarà
possibile secondo voi? molta gente in fondo vive sola e ha mille interessi e
occupazioni diverse dalla famiglia... Vi ringrazio e scusate la lettera forse
poco chiara, avevo tanto bisogno di parlarne con qualcuno, con degli esperti
come voi. Un caro saluto
In quello che scrivi esistono molte paure, preoccupazioni per il futuro, angosce
e interrogativi. Credo che alla base ci sia l'ansia della separazione, del distacco,
e il timore di non riuscire a diventare autonoma. Sei abbastanza combattuta
tra la necessità di essere indipendente e la dipendenza affettiva dai
genitori. Tutto questo ha un particolare rilievo e incidenza proprio in questo
periodo coincidente con la conclusione degli studi (laurea): è vero,
è una forma di separazione che riguarda un periodo della vita, un contesto,
anche di relazioni e affettività. Quando le situazioni si vivono in modo
incompiuto, ci aggrappiamo a esse per fermarle e per fermare il tempo, ma questo
non ci aiuta e ci fa vivere sospesi. Rifletti: in fondo vivere è un separarsi
continuo e questo procura molte emozioni, soprattutto spavento. Ma separarsi
è necessario per crescere, è l'uscita da una situazione di apparente
protezione per esporsi completamente al mondo, dove si può contare solo
su se stessi. La solitudine, di cui hai paura, è necessaria, come è
necessaria la socialità. E' necessario vivere tutta la gamma delle emozioni
per comprenderle e per comprenderci nella nostra complessità di esseri
umani. Non fallirai mai se ti immergi nella vita, nelle relazioni affettive,
credendoci, con qualche speranza e qualche sogno.
(risponde il dott. Renato Vignati)
Pubblicita'
Vuoi conoscere i libri che parlano di famiglia
per saperne di
più?
Cercali su Psiconline®
Professional Store