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Problemi familiari

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 366 volte

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Paolo 35 anni, 13.12.2002

Ho 35 anni e vi scrivo per un problema che ritengo abbastanza serio. Tutto è iniziato alla fine di giugno di quest'anno quando la mia attuale ex moglie ha deciso di troncare il matrimonio dopo 11 anni.
Da questo rapporto abbiamo avuto due figli di 10 e 11 anni. Inizialmente il motivo che ha indotto la mia ex moglie a chiedere la separazione è stato, a suo dire, affettivo; cioè non provava più nulla per me, ad una mio modo "decisionista" di vivere il rapporto di coppia, aggiunto a quello di un trasferimento di residenza da una città dove sono stato 10 anni a dove mi trovo ora.
Scoprivo poi che la ex aveva un rapporto con un'altro uomo il quale, nella fase più calda della vicenda si è permesso di offendermi, per telefono, alla presenza dei mie figli.
Quest'ultimi hanno dovuto subire anche l'incompetenza del legale della ex, che in più circostanze si è permesso di denigrare la mia figura di padre per cercar di convincerli a vivere con la madre.
Non solo; si è permesso anche di dire alla ex che i bambini sarebbero stati affidati ad un istituto se non avessimo trovato una soluzione alla separazione. La ex, poco intelligentemente, mi comunicava la cosa alla presenza dei bambini, e non vi dico la fatica che ho fatto per convincerli che nessuno gli avrebbe mandati in un istituto.
Ci siamo separati legalmente i primi di settembre, con l'imperativo che il suo nuovo compagno non sarebbe andato a vivere con lei. Due giorni dopo questa nuova figura, per i miei figli, viveva già con loro.
La situazione a tutt'oggi ancora persiste e ho paura ad intervenire legalmente perché la ex, come successo in altre occasioni, mi mette sempre in cattiva luce agli occhi dei bambini.
Voglio precisare che il dialogo tra me e la ex non esiste per sua volontà, e sono sempre i bambini a fare da tramite; ho fatto presente anche questa cosa a lei, ma niente se ne frega!! Mio figlio (10 anni) ha espresso la volontà sin dall'inizio, di continuare a frequentare le scuole elementari dove viveva prima della separazione mentre la femmina ha iniziato le medie dove vive attualmente.
Per accontentare mio figlio mi sono preso io l'impegno di accompagnarlo e riportarlo a casa tutti i giorni (30 km.); ripeto ho fatto questo solo per desiderio del bimbo e non per altro, come invece mi accusa la ex, che pretendeva di fargli iniziare la 5^ elementare ove si trova ora. Il bambino NON VUOLE lasciare i suoi compagni di scuola e il posto dove abitava prima.
Questa cosa mi è stata confermata anche dalle insegnanti di mio figlio, le quali mi hanno anche parlato dei problemi che ha il bambino.
Si impegna molto meno dell'anno precedente, è meno attento, si dimentica le cose, piange spesso. Mi ha dato una tristezza immensa sentire le maestre che mi raccontavano quanto accaduto pochi giorni prima: i compagni di scuola dei mio figlio lo invitavano a non piangere più e lui gli ha dato la seguente risposta "Se sapeste quanto sto soffrendo io allora capireste".
Ho detto alla ex quanto appena raccontato e la sua risposta è stata che quanto sta accadendo è colpa mia che ho voluto per forza che il bimbo continuasse a rimanere a scuola che frequentava.
Questo in breve, anche se so che mi sono protratto abbastanza, e me ne scuso, ma era necessario per farvi capire in che situazione mi trovo.
Vi chiedo un'aiuto su come comportarmi per salvaguardare soprattutto l'aspetto psichico dei minori, su come farli "aprire" per potergli dare una mano a superare questo momento difficile.
In che modo la presenza del nuovo compagno della ex può turbare la vita dei piccoli? Ha senso rivolgermi ad assistenti sociali o psicologi, con quello che può comportare per i bambini, per agevolarli a superare meglio la situazione? DATEMI DEI CONSIGLI VI PREGO. Paolo

Gentile signore, dalla sua mail ben si comprende il dolore vissuto da lei e dalla sua famiglia in questo momento.
E' indubbio che queste situazioni, se non ben gestite dalla coppia genitoriale, possono divenire deleterie per il benessere psicologico dei figli, ancor più quando la separazione diviene conflittuale.
Sicuramente sarebbe da evitare il servirsi dei figli per mediare le comunicazioni tra la coppia genitoriale, poichè si sentirebbero eccessivamente "caricati" emotivamente di responsabilità e di situazioni in cui non dovrebbero essere coinvolti.
Oggi ci sono dei centri specializzati nella mediazione familiare, che offrono un buon servizio in situazioni di questo genere.
E ciò può essere indispensabile soprattutto quando sembra non vi siano altre modalità per comunicare in modo equilibrato.
Garantire e mantenere perlomeno una comunicazione equilibrata tra la coppia genitoriale è fondamentale per il benessere psicologico dei figli. A presto.
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