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Ragione e Amore (077797)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 359 volte

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Tiziana, 29 anni

Salve ho 29 anni e vorrei migliorare la mia situazione affettiva. Da due anni e mezzo sto con un ragazzo che amo, l'unico particolare e unico ragazzo per me che mi abbia fatto innamorare. Premetto che prima di lui ho avuto cinque storie tutte finite allo scadere dei due anni e mezzo per mia presa di coscienza e distacco. Senza mai ripensamenti, lasciavo pur soffrendo molto e attanagliata da sensi di colpa ma sempre mi sono fatta forza perché ero convinta delle mie scelte sentimentali.

La storia attuale ha sconvolto il mio "sentire" nel senso che non mi sono mai così sentita coinvolta internamente come con questa persona. Non ho mai pensato davvero di "amare", nonostante il mio attuale ragazzo sia se stesso con tutti i suoi difetti e i suoi limiti, sento di amarlo.

Premetto altresì che soffro di depressione di tipo maggiore e assumo antidepressivi da sei anni (seroxat). Questa primavera ho iniziato a "non sentirmi amata" a "sentirmi brutta" e "morta". La compensazione tra noi e' che lui e' iperattivo, pieno di vita ed energia e io sono molto zen, piena di autocontrollo, riflessiva e pigra. Dico ciò perché ho iniziato ad odiare questa sua energia, io cadevo in depressione, tutti i mali del mondo erano dentro di me e lui pensava ad organizzare uscite all'aria aperta quando io volevo stare chiusa in camera tutto il giorno al letto e al buio.

Lui mi chiedeva di andare, cercava di spronarmi ma non troppo rispettando il mio stato. Ho sentito e comprendo la sua difficoltà, trovandomi spesso in lacrime, al buio. Io nella mia immobilità visualizzavo il suo benessere, visualizzavo tradimenti, pensavo che se mi amava doveva essere li con me. Lucidamente mi sentivo un peso e pensavo seriamente di esserlo per lui, che stava per lasciarmi ma non sapeva come fare a dirmelo. Tutto ciò nelle mie convinzioni. In pratica lui non ha mai cambiato nulla, se non cercare di parlarmi di più, cercare di essere più affettuoso ma era il ragazzo di sempre.
A Giugno lo lascio con la convinzione che l'avrebbe fatto lui. Inizio a ragionare e pensare che non e' l'uomo per me, che ho bisogno di un uomo ricco, di un uomo "normale", con la testa sulle spalle, magari più grande di me, e che si prenda cura di meI e che mi dia la possibilità imminente di uscire di casa dei miei. Lui sta malissimo cerca di lasciarmi riflettere un po poi cerca di nuovo il mio amore, cerca di dirmi che vuole un futuro con me, che mi ama.
Ma io liquido con un "non ti amo più" e piango per tre giorni. Lui mi scrive una lettera lunghissima e si apre come mai aveva fatto prima ma io non rispondo con un nodo allo stomaco. Fatto sta che soffro ma la mia testa e' forte e va avanti. Durante l'estate mi capita sempre di pensare a lui, basta che passi una moto, che senta una canzone o anche semplicemente guardando nel vuoto. Penso a lui sempre. Almeno sessanta volte al giorno e anche dopo quattro mesi. Un "amico" mi fa conoscere una vita nuova, mi tuffo in altra città, in mezzo ai concerti, alle persone e a questo pseudo amico che dice di amarmi alla follia. Non sento trasporto ma penso che ho di fronte quello che volevo, un uomo molto maturo, pieno di soldi, premuroso e sensibile e pieno di attenzioni. Che in due settimane mi dice che vuole comprarmi casa e che vuole sposarmi.

Io non faccio altro che pensare al mio ex, mi sento soffocare e se mi svegliavo la mattina con nel letto questo ragazzo correvo al bagno con la nausea. I suoi infiniti baci mi schifavano e pensavo all'essenza dei baci rubati a momenti speciali del mio ex. Insomma scoppio. Scappo via e torno alla mia vita che tanto mi mancava. Mi mancavano le mie piccole cose, la mia città, la mia semplicità. Mi mancava il mio ragazzo. Ma penso, non e' giusto tornare, non sono mai tornata con nessuno, non credo nei ripieghi e se mi e' successo una volta mi ricapita e non voglio. Ma il pensiero di lui mi attanagliava sempre e sempre nella mia giornata, primo e ultimo pensiero del giorno, io l'introversa e la riservatissima ho iniziato a parlare di lui con tutti. Famigliari, colleghi, amici e anche sconosciuti. Risultato del mio parlare era "non tornare indietro", "se hai fatto una scelta c'e' un motivo", "ricadi nell'errore", "non si migliora nulla", "lascia perdere gli uomini sono tutti uguali" etc.. etc.Tutto cio' da persone anche che non conoscevano ne me ne lui dicevano tutti così. Nessuno mi parlava anche solo di una possibile speranza nei sentimenti. Ma io all'amore ci ho sempre creduto, seppur inciampando spesso, ho sempre continuato a cercarlo.

Mi sentivo come se il treno dell'amore era passato e io non sono voluta salirci. Ho provato a continuare ad ignorare i miei pensieri, i miei incubi su di lui, la mia ansia terribile. Passavo nei posti dove stavamo insieme senza accorgermene. Poi ho iniziato a stare troppo male, senza voglia di mangiare, di uscire, solo dormire.

E allora ho detto no! Il mio cuore vuole riprovare? Contro tutti e tutto quello che abita nella mia testa io riprovo. E così ora stiamo di nuovo insieme da un mese, la mia gioia e' immensa, ma voglio migliorare. Prima non parlavo molto e cercavo di nascondergli anche cose di banale importanza per paura di non essere capita. Vi chiedo un aiuto/consiglio per poter decollare al meglio, per poter gestire le mie emozioni che troppo spesso si tramutano in paure immotivate ma devastanti.

Grazie per il vostro ascolto.

 


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Cara Tiziana, non devi mai avere paura di quello che ti capita, e soprattutto non devi programmare mai le cose eccessivamente.

Il tuo problema è prevalentemente l'eccessiva intellettualizzazione, che non giova affatto ai sentimenti e alle passioni, ma piuttosto rischia di cristallizzare ogni forma di inziativa producendo una brutta forma di isolamento.

Vivi giorno per giorno e goditi le piccole cose, senza pensare troppo al futuro e futuribile. L'esistenza infatti ci sorprende sempre, e le sorprese e la creatività della vita sono in fondo la parte più bella . Chiudersi a questo significa chiudersi alla vita stessa.

 

 


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