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Rapporto con i genitori (143369)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 427 volte

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Granna, 22

Buonasera, dunque, da dove comincio? Questa sera ennesima lite con mio padre all'ora di cena. Sono figlia unica. Ho 22 anni. I miei genitori sono rimasti separati per 12 anni, da quando io ne avevo 3 fino a quando ne ho compiuti 15. Credo che questo fatto abbia segnato profondamente la mia infanzia, sebbene abbia rimosso gran parte dei ricordi legati ai primi anni in cui ho vissuto sola con mia madre. Ricordo che non era facile, non avevamo molti soldi e credo che l'origine dei miei complessi di inferiorità derivi proprio da quel periodo. Crescendo, sentivo diminuire sempre più in me la mancanza di una figura paterna, mentre invece diventava sempre più stretto e speciale il rapporto con mia madre che per me ha sempre rappresentato e rappresenta tuttora il punto di riferimento della mia vita. Quello che cerco di dire è che a pesarmi era il fatto di essere diversa dagli altri che avevano famiglie "normali" ai miei occhi, non tanto il fatto che mio padre non ci fosse a casa. Lo vedevo circa una volta la settimana o poco più, e lo consideravo più un amico da cui andare quando con mia madre le cose non andavano bene. Poi, a 15 anni la svolta. I miei tornano insieme, un fulmine a ciel sereno e tutto cambia. Ricordo che non ero affatto contenta che la mia vita cambiasse. Non è stato facile abituarmi alla sua presenza in casa, al fatto che lui e mia madre dormissero insieme, insomma al fatto di avere una famiglia. Ormai non mi importava più, ammesso che mai mi fosse importato. Il rapporto con mio padre non è mai stato idilliaco ma negli ultimi tempi si è fatto più teso. Sento che lui non ha stima di me, per varie ragioni. Prima fra tutte, ho lasciato l'università e non ho un lavoro stabile. Frequento persone che lui non approva e so per certo che mi considera una sciocca, superficiale e materialista. Dice che lo tratto sempre male, che gli manco di rispetto e che sono gentile con lui solo quando ho bisogno di favori o soldi. Ha ragione, è così. Non è che io non gli voglia bene, ma credo di non averlo mai accettato veramente nella mia vita, perchè l'ho sempre considerato un fallito, quello che lui oggi pensa di me. Mi vergognavo di lui da piccola e pensavo che mia madre meritasse di meglio. Ora ci sto male quando litighiamo, cioè molto spesso, e lo vedo triste. E poi il nostro rapporto credo abbia influito anche con il mio rapporto con gli altri uomimi. Ho sempre cercato persone completamente diverse da lui, vincenti, popolari; quello che, forse lui non è mai stato almeno ai miei occhi. Non so se questo sfogo (perchè di questo trattasi) possa aver reso l'idea di com'è il nostro rapporto. Vorrei solo un'opionione esterna, magari che possa chiarirmi un po' le idee. Forse avrei bisogno di farmi aiutare da qualcuno ma ho un po' paura. Vi ringrazio del tempo dedicatomi e del consiglio che vorrete darmi. Un cordiale saluto.

Salve, credo sia importante, nella tua situazione attuale, poter rivalutare la figura di tuo padre restituendo il valore oggettivo e la rilevanza che tale ruolo deve avere. Questo movimento interiore è necessario proprio perchè, come tu affermi, influenza il rapporto con gli altri uomini, essendo la figura paterna il primo riferimento maschile con il quale confrontarsi nell'evoluzione dei rapporti oggettuali. Un certo vuoto si è prodotto dalla sua assenza, almeno fino a 15 anni, anche se un pò è stato sempre presente. Rivalutare la storia della coppia genitoriale, cercare i motivi e le ragioni che hanno spinto a tali comportamenti, è la strada giusta. Devi ritrovare il racconto della loro storia perchè è anche la storia che ti appartiene, le tue radici più profonde. Se empaticamente ti calerai nelle loro vicissitudini, probabilmente ritroverai il tuo equilibrio, il contatto con tutte le tue emozioni più profonde e nascoste. Forse, non proverai più vergogna, anzi potrai essere fiera di ritrovare due genitori che nel loro percorso di vita hanno sofferto ma hanno ritrovato la forza e il coraggio di rimettersi insieme, di iniziare un nuovo cammino. Adesso nella tua età più matura, puoi capire e accettare quello che è accaduto tra i tuoi genitori e rinsaldare un rapporto più vero, fatto di confronto e sincerità. Auguri!

 

(Risponde il Dott. Renato Vignati)

Pubblicato in data 11/04/2010

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