rapporto di coppia (43499
Stefania, 32anni (19.9.2001)
Sono sposata da 7 anni con P. + 3 di convivenza. lui è troppo
dolce e innamorato,io lo vedo immaturo e bambinone,sempre che si
appoggia a me e mai io a lui, anche nelle decisioni importanti, non
l'ho mai visto "uomo".Mi sono innamorata di un collega, M,e va avanti
da 9 mesi.Lo vedo più "uomo" di P. per diversi motivi, riesco
a comunicare bene con lui, parliamo di tutto e molto, ridiamo molto.
Però, a differenza di P., è più freddo e
razionale, a volte troppo per me che sono abituata a essere al centro
dell'attenzione con P. e coccolata e amata al massimo. M. ha degli
slanci d'amore nei miei confronti, ma poi ritira su la sua "difesa" e
si raffredda. Io sono la donna più importante della sua vita,
quella di cui si è innamorato in età adulta, ma
purtroppo, sposata.Con M. faccio l'amore in maniera divina, come non
mi è mai successo con nessuno, neanche con P., e neanche a M.
è mai successo con altre, sembriamo fatti l'uno per l'altra,
con P. non lo faccio più, non ci riesco, è come un
fratello per me, non provo attrazione sessuale da tanto, ma solo
tenerezza, con M. non ne ho mai abbastanza, ma non è solo una
cosa fisica, anzi, è un completamento del nostro stare
insieme, prima di farlo parliamo tanto, ci rilassiamo, ci
coccoliamo.P.sa che sono in crisi con lui e forse immagina che
c'è un altro ma mi lascia libera di decidere(però non
fa niente per cambiare e sa quello che gli rimprovero).
M invece ha ancora paura di prendersi delle responsabilità
serie con una donna x la vita,se fossi libera vorrebbe provare a
convivere con me (sta x andare a vivere da solo dopo anni di
convivenza con una madre morbosa)ma non mi dice mai lascia P. x non
avere la responsabilità di questa mia decisione.che devo
fare?sto impazzendo a vivere una doppia vita. Però ho anche
paura a lasciare P., dove andrebbe, come vivrebbe, è di
un'altra città a 500 km di distanza, quindi la sua famiglia
è lì, sconvolgerei la sua vita e quella dei nostri
familiari, non credo che ne avrei mai la forza, e poi ne vale la
pena? io sono innamorata di M. ma non posso provare a vivere insieme
a lui per vedere come sarebbe (tranne saltuariamente) e per me la
convivenza è molto importante (3 anni con P.).d'altra parte se
continuassi la mia vita con P. sarebbe una vita a metà, con la
serenità di avere accanto una persona che mi ama veramente ma
che non mi da tutto quello di cui ho bisogno e che io non amo
più come prima. fino a 4 anni fa c'era mio padre che mi dava
molta sicurezza (la dava a tutti noi), poi è morto e da allora
il mio rapporto con P. è peggiorato.
Vorrei anche un bambino ormai, ma con chi? è giusto metterlo
al mondo con P. che sarebbe un ottimo padre, ma con i presupposti che
forse potrebbe finire tra noi? o metterlo al mondo con M. creando una
situazione "scabrosa" con la mia famiglia e mio marito? è
difficile riassumere tutto in poche righe, spero di aver fatto un
quadro abbastanza chiaro. vi prego aiutatemi a capire che devo fare.
grazie
Dal suo scritto emerge una situazione (per altro molto frequente nelle coppie in crisi) in cui lei per essere felice deve mettere insieme ciò che di meglio ogni uomo può offrirle. Da suo padre sicurezza, da P "amore e coccole", da M. soddisfazione sessuale, in più il desiderio di un bambino ma da chi? Questi tre uomini, ( o forse quattro considerando il bambino) per motivi diversi, possiedono dei vuoti incolmabili e lei sarà destinata alla solitudine se non riuscirà a costruire con - un solo uomo - un rapporto reale accettandone pregi e difetti. L'amore maturo necessita di aggiustamenti progressivi perché non esiste nella realtà un partner che vada bene al 100%. Solo all'interno di un rapporto esclusivo possiamo integrare questi aspetti di impegno, intimità e passione. Lei dice che dalla morte di suo padre la relazione con P. non è andata più bene. Il motivo andrebbe attentamente indagato perché, com'è oramai noto, il rapporto con le prime figure di attaccamento influenza la scelta del partner, ed è forse proprio in questo ambito che potrebbe trovare delle risposte al suo disagio.