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Relazioni coniugali (116133)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 487 volte

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Renzo 59

Da sette anni l'unico nostro figlio per motivi di lavoro si è trasferito a Milano. Questo fatto ha molto influenzato la nostra relazione coniugale, da allora mia moglie ha cominciato a dichiarare che adesso sarebbe tutto cambiato fra noi, che voleva ritagliarsi i suoi spazi di libertà (da me mai negati) e a manifestare un odio nei miei confronti inspiegabile. La nostra relazione per circa trent' anni (ci siamo sposati a ventanni in conseguenza alla nascita del figlio) è stata felice, abbiamo condiviso progetti, hobby e vacanze da sogno. Come tante vite coniugali abbiamo avuto anche qualche screzio, (qualche rimprovero per serate con amici, la gelosia per amicizie nel lavoro, mai comunque nessuna relazione extra coniugale, l'accusa di essere stato poco presente nell'educazione del figlio, ecc.) nulla che lasciasse presagire a rimproveri così profondi da motivare uno stato di odio nei miei confronti. Voglio poi aggiungere che immediatamente al trasferimento del figlio, per mia moglie è iniziata la menopausa. A sette anni di distanza è ancora molto forte lo scompenso ormonale derivato da questo fatto, continuano le cosidette caldane, sbalzi di umore e forte disaglio, comunque per sua scelta non ricorre a cure ormonali o altro. Da circa un anno non abbiamo più rapporti sessuali, anche se si erano molto ridotti nel corso del tempo, a volte venivo respinto dicendomi che non si sentiva un elettrodomestico da usare al bisogno. Viviamo come due separati in casa, ognuno per la propria strada se tentiamo di parlarci con un pò di affettuosità si conclude con un litigio. Ho provato a reagire a questa situazione minacciando l' eventuale separazione. Reazioni di pianto dicendomi che con questa scelta andiamo a compromettere l'equilibrio del figlio, che nel frattempo si è sposato e vive molto felicemente, ci vediamo una volta al mese e in sua presenza recitiamo la parte dei genitori felici e premurosi. Non riesco a spiegarmi se si tratta di una malattia comportamentale dovuta alla menopausa, oppure se l'assenza del figlio ha turbato l'equilibrio psichico di entrambi e non riusciamo a venirne fuori. Inoltre come comportarmi di fronte a questa situazione? Reagire con determinazione (quando l'ho fatto i risultati sono stati negativi) oppurre tollerare in attesa che il tempo riequilibri i nostri comportamenti? Sarei molto grato nel riceve un vostro parere, anticipo che non avrei il consenso di mia moglie per affrontare congiuntamente con uno psicolgo o consulente famigliare l'esposizione del nostro stato di cose. Vi ringrazio anticipatamente della risposta, anche se devo attendere con pazienza lo farò con la speranza di ricevere un filo di luce in una esistenza adesso molto buia.

Caro Renzo, da quanto hai scritto, si evince la profonda sofferenza e un profondo malessere per questa situazione che già da 7 anni stai vivendo con tua moglie. Mi complimento con te perchè hai descritto molto bene le tue vicende familiari e hai elencato dei passaggi fondamentali della tua vita. Mi complimento inoltre, perchè hai resistito 7 anni in questa situazione, non tutti al tuo posto ce l' avrebbero fatta. Ma ora veniamo al nocciolo del problema. Tu lamenti questo eccessivo odio da parte di tua moglie nei tuoi confronti, mi farebbe piacere sapere come si manifesta quest'odio e i continui rimproveri quali ambiti riguardano, ma oltre questo, ti sei mai chiesto se, invece di odio, fosse solo rabbia? Una rabbia che, probabilmente, oltre a indirizzare verso se stessa, indirizza anche verso te. Di certo la menopausa ha influito, non certo positivamente, su questa situazione. Io la leggo quasi come una protesta del suo corpo contro quest' "abbandono" da parte di vostro figlio, come se senza di lui lei non può essere più madre e poi più donna (vedi il rifiuto dei rapporti sessuali). Soffrire per questa partenza del figlio è una cosa leggittima, ma 7 anni ormai sembrano un pò troppi (tenendo conto che lui è felicemente sposato e ha la sua vita ben avviata). Può darsi che questa sensazione di casa vuota abbia riacceso in lei vecchie problematiche che si erano "assopite" durante tutti questi anni. Da quanto hai scritto, si evince che tu sei sempre stato un marito ben attento ai bisogni della famiglia e ai suoi, una cosa però mi fa pensare: hai scritto che vi siete sposati a 20 anni, in conseguenza alla nascita di vostro figlio, ma avete mai parlato, insieme, delle reali paure e aspettative di quella fase? Ti svelo un piccolo segreto, la maggior parte delle donne, che si sposa presto perchè in dolce attesa, per quanto amata possa sentirsi, rimane sempre con un piccolissimo dubbio che il compagno sia rimasto con lei solo per il bene del figlio, anche dopo che, come in questo caso, sono passati 30 anni. Sicuramente tu l' avrai fatta sentire amata (ti ripeto, si evince che sei molto premuroso e attento nei suoi confronti) ma anche se sono passati tanti anni provate a parlarne. Forse la sua rabbia (o frustrazione) può derivare dal fatto che lei, ritrovandosi sola in casa con te, si sia sentita "privata" dell' unica cosa che aveva fatto ( e sapeva fare bene) negli ultimi 30 anni, cioè la madre. Forse lei la parte della moglie o "fidanzata", non sa farla, perchè probabilmente non l' ha mai conosciuta questa fase (essendovi sposati così giovani). Il fatto che non avete più rapporti sessuali, inoltre, è una logica conseguenza di questa situazione, è una conseguenza che qualche cosa non va e non può più andare. Ad un certo punto della mail, hai parlato di separazione: non credo che ora come ora sia utile, perchè tu, in fondo, non vuoi separarti, altrimenti non saresti così preoccuparto per lei e per voi, però comunque, si evince il forte stato di stanchezza, di un qualcosa che si è protratto per 7 anni. Sebbene sarebbe di grande giovamento andare in terapia con tua moglie (così lei riuscirebbe a canalizzare questa rabbia, che è un' energia, in qualcosa di positivo per la coppia), non si può costringerla. Però una cosa puoi farla tu Renzo. Puoi andare tu da solo in terapia, e cercare di capire cosa sia successo in questi ultimi anni alla vostra coppia, se ci saranno dei miglioramenti per te, anche lei cambierà atteggiamento. Puoi analizzare come tu hai vissuto questo stato di lontananza di tuo figlio, e soprattutto lavorare su cosa tua moglie pensa che provi. Poi non è detto che non ti segua anche lei ed inizi un pò a lavorare su questo stato di malessere che l' accompagna da diversi anni. La cosa fondamentale ora come ora è iniziare a smuovere qualcosa, e visto che lei non vuole farlo, inizia tu per il bene di entrambi.

(risponde la Dott.ssa Maddalena Forestiere)

 

Pubblicato in data 13/05/08

 

 

 

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