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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 950 volte

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le risposte dellespertoAlessia, 34

domanda

 

 

Buongiorno, da poco ho scoperto, identificandomi su alcune letture di psicologia, di essere il "capro espiatorio" di una famiglia disfunzionale, dove il padre è un narcisista, la madre succube (confusa e annientata) e mio fratello minore il "figlio d'oro". Sto cercando di allontanarmi il più possibile da loro in maniera tale da interrompere gli schemi che mi fanno soffrire da una vita.

È difficile ma sento di potercela fare. La mia paura più grande ed è quella che mi toglie le forze e mi destabilizza... è quella di aver scelto un compagno con le stesse problematiche di mio padre. Ho un bimbo di due anni, conviviamo da 4 e questo dubbio l'ho sempre avuto, soltanto che non mi sento le forze per affrontare anche lui e comunque cerco di tapparmi gli occhi perché il senso di colpa più grande l'avrei nei confronti di mio figlio al quale avrei dato un padre così. Io non mi sento amata e supportata, percepisco quella freddezza, quel distacco e quel nulla di fondo che solo un narcisista sa dare. Però con il figlio, pur non avendo molta empatia, vedo che si applica con tutta la sua buona volontà. La mia domanda è, potrà mai essere un buon padre? Se fosse realmente come io temo, il suo carattere nei confronti del figlio si manifesterebbe da subito o la manipolazione comincia quando i figli sono più grandi?

Se fossi certa che il bambino non subisca tutto ciò che ho subito io... mi rimboccherei le maniche e raccoglierei tutta la mia buona volontà per far funzionare questo rapporto difficile, per dare una famiglia stabile a questo piccolo tesoro che amo smisuratamente. Per trovare risposta al mio dubbio siamo andati ad una seduta da un terapista che poi ci ha dato piccoli elementi sui quali lavorare e ha invitato me a continuare per superare il problema con i miei familiari.

Ma anche in questa occasione lui si è mostrato molto diverso da com'è realmente e comunque ha fatto parlare me principalmente, dato che lui era contrario a quella seduta. Quindi non ho risolto nulla... e stupidamente ho interrotto il mio personale percorso per questioni economiche perché ripeto, con i miei sento che posso farcela ugualmente ad allontanarmi...

 

 


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risposta

 

 

Salve Alessia,

la fotografia che Lei fa, è un messaggio d'aiuto che può provenire solo da una persona che ha maturato sufficiente consapevolezza per riuscire a guardarsi in una dimensione multi-generazionale. Il sentirsi dapprima Figlia, successivamente diventare Partner in una Coppia e scoprirsi da 2 anni anche come Genitore, la coinvolge in una nuova dimensione in cui imparare ad orientarsi è l'inizio delle sfide evolutive che è chiamata a superare in questo nuovo stadio del ciclo vitale. I suoi timori rispetto alle persone che compongono l'ambiente in cui è inserita, da cui i suoi molti interrogativi, manifestano che Lei è attivata in tal senso, perché percepisce distintamente questo stato di attivazione.

Sebbene una quota di ansia è funzionale all'individuo per agire, un'attivazione diversa da quella ottimale, nel suo caso, da ciò che emerge superiore, può portare ad un irrigidimento. Per la sua più grande paura che tutto, per questa nuova vita a lei così cara, non sia forse sgradevole come solo Lei sa nei suoi personali ricordi.

Le molteplici domande che lei si pone sono tutti interrogativi più che legittimi, a cui nessuno può rispondere se non il tempo, ma in un certo senso sono richieste di contenimento, con cui si esprime la necessità di sentirsi rassicurati, sostenuti, guidati, attivi rispetto all'ambiente.

Ovviamente queste sono preliminari considerazioni rispetto alla situazione per come emerge da un unico messaggio, ma l'esperienza terapeutica sperimentata, anche se breve tempo e purtroppo sfortunatamente terminata, ha contribuito certamente a questo livello di consapevolezza dimostrato.

Un percorso psicologico, inizialmente è comune che si concentri nel capire le sue origini, il suo sentirsi Figlia prima di arrivare all'attualità o al futuro su cui Lei dimostra di voler lavorare attualmente. Un percorso psicologico con un bravo professionista potrebbe essere la giusta strada per sentire ed imparare quel contenimento delle normali incertezze che una nuova fase del ciclo vitale pone.

Esistono nei diversi Enti pubblici assistenziali servizi dedicati, come il Consultorio familiare o il Servizio di Psicologia del Centro di Salute Mentale o le Associazioni assistenziali convenzionate che non prevedono spese insostenibili.

Confidando nella sua voglia di cambiamento delle sorti unitamente ad un lavoro individuale/di coppia che sia, in una buona evoluzione divenendo protagonisti attivi della propria vita.

Rimanendo a sua disposizione Le invio cordiali saluti.

 

 

A cura del Dottor Vito Leone

 

 

Pubblicato in data 14/07/2017

 

 


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