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ritrovare la fiducia o masochismo? (48297)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 406 volte

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Joey, 23anni (11.2.2002)

Ho avuto una travolgente storia d'amore durata 5 anni con quella che prima era e forse ancora è la mia migliore amica.In realtà non mi sento omosessuale, le persone come me le definiscono bisessuali, io mi definisco "asessuale" (ma non perché mi abbiano riprodotto senza organi di sesso! ).Dico questo perché, in un certo senso, mi sento un po' "neutra", cioè in realtà provo attrazione solo dopo che si instauri un rapporto affettivo così forte e indissolubile da non riuscire più a fare a meno dell'altra persona (che sia un uomo o una donna) e quindi diventa un sofisma definire ancora i rapporti sotto le mentite spoglie di amicizia.Prendendo a prestito una frase: "in amore volo, e non importa dove atterro".Ho costruito il mio carattere in modo molto complicato, forse perché a me piacciono le cose con tante sfaccettature e perché si rimane assorbiti e invischiati da tutto quello che è complicato, perché si hanno sempre nuovi stimoli. E' inutile dire che questa concezione della vita ha molti risvolti negativi, che però vengono bilanciati da quello che io considero il lato più positivo di tutti: la passione.Ho scelto di studiare psicologia non perché non avessi chiara la mia identità sessuale, ma perché ho una strana propensione ad aiutare e capire la gente. Non lo so perché! ma mi è sempre piaciuto farlo!
Solo che ormai da qualche anno la mia vita si è arenata, in tutti i campi, e passo continuamente da momenti di grande euforia a momenti di profondissima crisi, esclusivamente o soprattutto quando sono sola.La mia ex dice che non posso continuare così, ma la verità è che io non so come fare.I miei studi all'università non mi portano da nessuna parte, non riesco mai a completare un esame come vorrei.Questo per me è fonte di grossa frustrazione, perché ormai vista l'età non più adolescenziale avrei un certo bisogno psicologico di affermazione, o almeno di imboccare una via da cui veda comunque una via d'uscita.Mi sono detta che forse pur avendo uno spassionato amore per la psicologia forse non ne ho le capacità.Ma all'infuori di essa, l'unica cosa che mi dà una certa soddisfazione è scrivere, ma non ho il coraggio neanche di quello. E così il mio romanzo incompleto rimane sempre lì nel cassetto con le ultime tre pagine da scrivere.Vorrei cercarmi un lavoro, uno serio, perché quelli saltuari non mi hanno lasciato niente.Ma sono bloccata, profondamente bloccata, forse perché in cuor mio vorrei darmi ancora una possibilità con l'università, quest'anno è l'ultima che mi do, ma ogni tanto...la depressione si fa così grande.
Anche in amore ho perso le speranze, dopo che il grande amore della mia vita non ha funzionato, credo sia inutile continuare a cercare.Ho paura di uscire, di conoscere nuova gente, di frequentare nuovi ambienti, ma quello che è ancora più assurdo è che ho paura di farlo perché per me sarebbe semplicissimo, proprio perché con il mio carattere riesco spesso a farmi volere bene.E' come se in un certo senso non volessi darmi un'altra possibilità, è come se avessi paura di soffrire e soprattutto di far soffrire gli altri. Non lo so se questo stato derivi da questo mio bisogno di perfezione, che anche quando ho raggiunto risulta vano, o da uno strano senso di frustrazione o di colpa per non essere riuscita a far funzionare gli ingranaggi di questa gabbia dorata che mi tiene bloccata, ma senza catene.
PS: spero in una vostra risposta e se per esigenze di spazio, crediate che sia il caso di tagliare il discorso sulla mia identità sessuale, fate pure, visto che non è questo il problema, ma ho pensato che per darvi un quadro generale su di me fosse importante.

Tutte le cose che lei scrive fanno pensare ad una sindrome depressiva: l'alternanza di euforia e crisi, l'autosvalutazione nel pensare di non potere concludere gli studi, trovare lavoro od un nuovo amore sono tutti sintomi della malattia. Non so se le difficoltà di vivere sul filo della passione e del definirsi bisessuale si intreccino con la depressione: certamente la fine di una relazione amorosa può avere dato l'avvio al dilagare del malessere.Lei sta studiando psicologia: spero che i suoi studi l'aiutino a considerare che la depressione è una malattia, curabile con un corretto approccio anche integrato psicoterapeutico e farmacologico e che è meglio non ritardare l'inizio della cura, per evitare che la situazione si aggravi ed i pensieri e le emozioni prendano una piega sempre più cupa.

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