Sentimenti (1500386971181)
Soraya16, 39
Salve, due mesi fa ho lasciato la mia compagna, con la quale abbiamo una bimba di 14 mesi.
La ho lasciata perché non mi sentivo un uomo, o comunque il mio ruolo veniva diminuito dal fatto che ogni volta che dovevamo prendere una decisione importante, la madre, ma anche qualche amica, avevano più peso di me.
Io questa cosa ad Alice la ho sempre contestata, e lei a parole mi veniva incontro, ma con i fatti no.
Quindi ho deciso di andarmene, mi sono preso del tempo, ed ho capito che forse anche io con il mio modo di fare un po' aggressivo, non riuscivo ad ottenere risultati, quindi ho provato a riallacciare i rapporti, ma lei dice di non sapere cosa vuole, di volere tempo per riflettere, e che altri le dicono di lasciarmi perdere perché la gente non cambia.
Nel frattempo ho scoperto che lei ha una relazione con un altro, che lei dice non essere niente, e che comunque sta valutando la nostra situazione.
Le chiedo aiuto perché sono andato in confusione totale, e in questo momento non so ne cosa pensare, ne come agire.
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Salve Soraya16,
accogliendo la richiesta d'aiuto che pone emerge, come ha già ben spiegato Lei, una situazione di confusione. Si sovrappongono tante dimensioni: personale, identitaria, di coppia, genitoriale.
Riuscire a risolvere i nodi che si sono venuti a creare in questo periodo descritto, significa evolversi, acquistare uno status di benessere psicologico maggiore che può dare la possibilità di osservare la realtà con un'altra lente.
In questa situazione descritta, un sostegno psicologico ed un percorso di ricerca della propria identità a tutti i livelli penso possa garantirLe il giusto specchio in cui guardarsi ed inquadrarsi, dove conoscersi e ri-conoscersi..
E' sicuramente opportuno anteporre anche il benessere del minore dato che autonomamente non è sufficiente nel procurarselo.
Approfondire dunque su una dimensione genitoriale nuova, che esiste solo da 14 mesi. Con essa è direttamente collegata la dimensione familiare e di coppia. Ri-analizzare anche il rapporto con i propri genitori.
Raccontarsi questa storia, la storia della sua vita e del momento che sta vivendo, in modo nuovo, seguito da un professionista, Le da la possibilità di intravedere nuovi percorsi e nuove possibilità prima invisibili.
Sembrerebbe inoltre che Lei è una persona propensa ad una buona relazione con l'altro perché si è dimostrato capace di rimodulare il proprio atteggiamento, bilanciando autonomamente le responsabilità del conflitto precedente. E' proprio questo il lavoro di cambiamento di punto di vista che può giovarLe.
Potrà esserLe utile iniziare a pensare che non sentirsi uomo non equivale necessariamente a non essere un buon genitore, ed è vero il contrario, non essere un genitore sufficientemente bravo in qualcosa di così nuovo ed allo stesso tempo importante, non equivale a sentirsi meno uomo, persona meno capace. Anzi, sottolinea quanto Lei si stia mettendo alla prova in qualcosa di nuovo.
Cordialmente
Pubblicato in data 20/07/2017
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