Separazione (006368)
Giulia, 31 anni
Sono una ragazza sposata
da poco più di 1 anno e da pochi giorni ho preso la decisione di separarmi.
Mio marito lavora a Torino, io lavoro a Roma. Abbiamo una casa vicino Roma dove
trascorriamo i week-end, e dove era in progetto di trasferirci definitivamente.
Lui fa un lavoro molto impegnativo, viaggia molto anche all'estero, e i suoi
colleghi sono prevalentemente donne.
Dopo pochi mesi di matrimonio ho trovato degli indizi nel suo computer e sul
cellulare che mi hanno sconvolta, mostrandomi una persona completamente diversa
da quella che avevo di fronte; apprezzamenti verso altre donne straniere, complimenti
molto affettuosi e a volte un pò perversi. Ne abbiamo parlato e lui mi
ha implorato perdono dicendomi che non c'era stato nulla con quelle donne, solo
il semplice corteggiamento e bisogno di sentirsi vezzeggiare ed essere al centro
dell'attenzione ("per avere riconferme dall'esterno - trauma post-matrimonio").
Sono entrata in depressione convinta di non essere una moglie adeguata, in cui
forse ho fatto mancare qualcosa a lui (ma non era così lui mi ha detto).
Siamo usciti da questa crisi, ma ho vissuto il rapporto con ossessione e mancanza
di fiducia, cercando sempre di nascosto altre prove ... fino a quando la settimana
scorsa ho trovato dei preservativi nella sua macchina; mi è crollato
il mondo addosso e il primo pensiero istintivo é stata la se parazione.
Lui è disperato e dice che non posso accusarlo, perchè nega di
avermi MAI tradita, quei preservativi erano lì per sbadatezza e non perchè
li avrebbe usati; lui è disperato perchè mi dice che non ha senso
la sua vita senza me, ma io sento che è cambiato qualcosa, e soprattutto
gli ho dato più di una possibilità; tornare insieme a lui significherebbe
umiliare il mio orgoglio di donna. La cosa che mi fa male é sentirlo
disperato, e le sue parole dolci non mi aiutano, perchè lo amo ancora
e mi manca, ma non so se sarebbe la cosa giusta perdonarlo.
Cara Giulia,
non ci si separa per scappare dal dolore, perchè è solo elaborandoli
che i problemi riescono non solo ad essere risolti, ma soprattutto a non dare
ulteriori disagi. Quella che tu proponi è una strana fuga dalla delusione
subita, il mio invece è un invito a valorizzare la tua capacità
di vivere la realtà qualsiasi essa sia senza rimanerne annientata.
Tuo marito appare come un inguaribile bugiardo, adolescenziale ed inopportuno.
Magari lo è, ma non è solo quello; egli da, infatti, ad uno sguardo
più attento, la sensazione piuttosto di una persona incapace di fermarsi
ed amare veramente.
C'è una grossa differenza tra innamoramento ed attaccamento. Il passaggio
dall'uno all'altro avviene non come un automatismo, ma attraverso un operazione
complessa che prevede una crescita morale e sentimentale che deve operare la
coppia in quanto tale. E' il passaggio da 1+1 a 2.
Tu sognavi un altro uomo, lui sognava di non cambiare niente della sua vita.
Quello che è successo vi ha fatto capire che sbagliavate entrambi. Dovete
crescere tutti e due. Tu non sei la madre che lo deve perdonare e lui non è
il principe azzurro. Perchè non incominciate da una psicoterapia di coppia?
( risponde la dott.ssa Lucia Daniela Bosa )
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