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Separazione, figli... (078303)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 305 volte

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Cinny, 40 anni

Buongiorno, questo e' il mio "problema" o il mio "non star bene" non so nemmeno io come definirlo. Sono separata da quasi due anni, mi definisco FELICEMENTE SEPARATA, nel senso che sono contenta e mai mai mi sono pentita della decisione da me presa. Il mio ex marito era un despota, traditore ed egoista all'ennesima potenza e dopo 11 anni ho detto basta. Ora lui vive all'estero con una ragazza di piu' di 20 anni meno di lui, ed io sono rimasta alla vita "normale", una figlia da tirare grande nel miglior modo possibile (ha quasi 14 anni), un lavoro serio che mi permetta di vivere decorosamente (mio marito non ha la minima intenzione di aiutarmi a mantenere nostra figlia ed io troppo orgogliosa per far valere i miei diritti, o forse ho paura di lui, cosa difficile da dire ma gli ultimi mesi prima della separazione sono stati...umilianti...), lavoro che ho trovato da poco dopo vari lavoretti a dir poco assurdi, e tutto quello che ne consegue...ho 40 anni e la forte fortissima sensazione che ormai tutte le possibilita' di essere felice sono passate per me, alcune volte e' come se mi vedessi "da fuori" lavoro, casa, figlia, qualche volta, se e quando e' possibile, un po' di tempo per me ma sempre sentendomi in colpa.
Ho un "compagno" e' un bel po' che stiamo insieme praticamente da quando mi sono separata..ma lui e' in famiglia, una famiglia finita, a suo dire, lui vive solo per suo figlio, dice di volere venire a stare con me ma che ha bisogno di tempo, lui e' riuscito a conquistare anche mia figlia..resa gia' dura di carattere grazie all'esperienza con il papa', per cui tutto dire..anche io conosco suo figlio, i suoi amici, sua moglie sa della mia esistenza e se ne frega altamente, ma piu' vado avanti piu' capisco che questa situazione fa male solo a me, per loro e' ottimale, pur non essendo piu' marito e moglie "classici" continuano a portare avanti un paravento per tutti e bene o male a crescere il figlio anche se e' soprattutto il padre che se ne occupa,oltre a tutto il resto sono ormai tre anni che dorme con lui. Dei miei genitori nemmeno a parlarne, di me sanno poco o niente, stanno a 100 km. di distanza, non e' molta ma e' la distanza mentale che ci tiene lontani, dicono di voler molto bene sia a me, loro unica figlia, che a mia figlia, loro unica nipote pero' di aiuto vero, tangibile niente (ed io mi guardo bene dal chiedere), un anno fa mi sono operata due volte in un mese, niente di gravissimo ma abbastanza serio, non sono venuti a trovarmi nemmeno una volta, telefonate si' quelle si, ma solo per placare la coscenza, per rassicurarsi che stavo bene, certo piano piano sono guarita ma con l'aiuto di mia figlia e la compagnia del mio gatto...mia madre passa la vita davanti alla tivu', mio padre nonostante l'eta' cerca ancora di fare qualche lavoretto per non sentirsi finito (dice lui), non certo per bisogno di denaro, non vogliono avvicinarsi a me perche' si sentirebbero persi a cambiare casa, le nostre telefonate sono piu' o meno "..come stai, tutto bene, ci sentiamo presto...", specialmente mio padre (uomo del sud con ideologie tipiche del sud di una volta) mi considera una fallita, ne sono sicura, glielo leggo negli occhi. Piu' o meno questo e' il quadro della situazione. Da un po' di tempo sono "strana", intollerante a tutto e a tutti, ho pazienza solo con mia figlia, se non fosse per lei sarei gia' saltata sul primo aereo e sparita dalla circolazione, sono stanca di responsabilita', di essere quella sempre pronta a capire a comprendere, di essere quella che si mette da parte e fa passare chiunque quasi a chiedere scusa di essere al mondo perche' e' questo che faccio tutti i giorni della mia vita, chiedo scusa di esistere! Ma perche' sono cosi'? Non capisco, non mi capisco, non ho soldi per andare in analisi per aiutarmi a capire .. a darmi una mossa..a convincermi che se ci sono un motivo ci sara' che non devo sempre denigrarmi...ma poi il mio essere e' cosi' ... sempre disponibile verso CHIUNQUE. Il mio pensiero e' che se sono utile forse mi vogliono bene...non so ...Come posso aiutarmi a vincere me stessa?Cinny.

Cara Cinny, la spiegazione la dai tu stessa quando affermi che essere utile agli altri ti serve a guadagnarti amore e considerazione ma, come ti sarai resa conto, è solo un'idea, un'illusione da cui è difficile staccarsi me che non ha fondamento. Quando pensi solo agli altri, trascurando te stessa, non è detto che tu riceva in cambio quello che desideri perchè non si tratta di un comportamento autentico da parte tua, spontaneo, ma di una forzatura, più o meno inconscia. La vera attenzione verso gli altri può nascere solo se sei soddisfatta della tua vita, se sei capace di avere considerazione per te stessa, prima di tutto; quindi, la prima cosa da fare è smontare la tua idea di non poterti permettere di essere felice, scoprendo da dove nasce. L'ipotesi più probabile è quella legata al rapporto con i tuoi genitori, che ti invito a rivedere. Forse, anche se non te ne rendi pienamente conto, hai sentimenti di rancore verso di loro e questi non ti consentono di essere libera di costruire la tua vita come sarebbe giusto. Dici di avere la sensazione di chiedere scusa di esistere, e questo è certamente legato alla relazione con tuo padre e tua madre; e, come sempre avviene, il modello del tuo rapporto con loro influenza e condiziona tutte le tue scelte affettive. Vai a vedere se dentro di te ci sono sensazioni di colpa in conflitto con sentimenti ostili. Il tuo pensiero deve trasformarsi e volgere al positivi se vuoi assistere a cambiamenti nella tua vita, perchè le situazioni esterne rappresentano l'effetto delle tue convinzioni. Non serve a niente giudicarti, non devi essere perfetta a tutti i costi perchè nessuno lo è, devi solo seguire i tuoi bisogni e allentare la paura che hai di essere abbandonata.
Puoi cominciare con il richiedere, in modo assertivo ed efficace, l'aiuto economico che ti spetta da tuo marito, senza il timore di essere giudicata e "abbandonata" da lui perchè già non fa più parte della tua vita; imparare a chiedere ai tuoi genitori, rinunciando all'immagine della tua autosufficienza, perchè anche loro, forse, avrebbero bisogno di sentirsi utili. Il problema principale è aggiustare la tua vita e iniziare dalle piccole cose, che tanto piccole non sono, per uscire dai tuoi schemi. E' attraverso i minimi cambiamenti quotidiani che si impara a vincere se stessi, non dalle grandi cose.

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