Sfera psicofisica (074791)
Meryl 26 anni, 7.08.2004
Gentilissimi psicologi
,innanzitutto mi complimento con voi per aver creato un spazio di consulenza
psicologica on line .
Mi presento mi chiamo Mary ho 26 anni .
Sono vincitrice di tre Concorsi statali nella scuola materna , elementare e
personale educativo conseguiti con ottimi risultati.
Avevo affiancato ai concorsi anche lo studio delle scienze pedagogiche e psicologiche,un
desiderio quello di educare ed entare in empatia con gli altri innato e insopprimibile.
Avevo presentato domanda di supplenza in alcune scuole e istituti comprensivi
della regione Emilia Romagna spinta anche dal fortissimo desiderio di avvicinarmi
e incontrare un uomo conosciuto in chat e con il quale era iniziato uno scambio
epistolare e telefonico che mi coinvolgeva e m intimoriva al tempo stesso.
Lui molto più grande di me ,divorziato risposato ma tristemente infelice.
Il desiderio di stargli accanto, di poterlo aiutare ad uscire da quel labirinto
di depressione era più forte di me...volevo trasmettergli l ' entusiasmo di
vivere...ed ci ero riuscita ,o meglio mi ero illusa di sconfiggere quel velo
di solitudine che gli apparteneva...
Pian piano mi stavo annullando, non contavo più io ma soltanto l' amoreche mi
aveva investito e al quale non volevo rinunciare perchè il dolore di vivere
senza di lui senza sentirlo, senza confortarlo , senza aiutarlo era più grande
di ogni cosa...
Decisi di partire versola città dove avevo formulato domanda di supplenza...ma
rinunciai all assegnazione della cattedra.
Coltivavo un sogno nato per caso e poi diventato una scelta,entrare a far parte
di un coro lirico.
Studiavo canto lirico da sette anni e se avessi accettato supplenza penso che
avrei dovuto rinunciare per sempre a quel sogno custodito gelosamente dentro
di me.
E poi la paura di quell uomo...le sue parole percepite come la rappresentazione
di una fiamma...che desideravo e temevo al tempo stesso...Decisi di impegnarmi
per conseguire il Diploma della Scuola di canto ,mi mancavano due esami...
Una mattina,mentre mi recavo al Conservatorio l' auto guidata da mio padre ha
sbandato...
Un incidente una fatalità che oggi mi costringe a stare su una sedia...un dolre
grandissimo per chi un tempo amava sentir vibrare all unisono le corde dell'
animo per chi ha sempre cercato il contatto umano vivo vero autentico per chi
ha visto crollare per chi ha visto persone amiche allontanarsi da me per paura
della sofferenza ,per chi ha visto crollarei propri piccoli grandi sogni...Dove
ho sbagliato?
Purtroppo a volte la vita ci mette di fronte a delle prove da cui dobbiamo apprendere e che ci fanno misurare con i nostri limiti. L'esperienza che tu stai vivendo è di certo dura e difficile, ti trovi ad affrontare un handicap fisico che può farti cadere in uno stato di depressione e di apatia.
Eppure, se fai leva sulle risorse positive che hai, sulla tua voglia di lottare e di credere nel rapporto umano, potresti scoprire che hai ancora molto da dare e da dire al mondo.
Non farti abbattere da chi per vigliaccheria è fuggito, sono loro i veri handicappati.
La tua anima e il tuo spirito non hanno di che vergognarsi, loro sì, anche se camminano.
Non mollare e cerca persone che sanno guardare oltre, credi in te stessa e nelle tue capacità, perché non si misura una persona su questi parametri.
Forse finalmente avrai accanto amici davvero sinceri e questo limite ti farà godere di un privilegio: sapere chiaramente che chi ti sta accanto lo fa per amore e non per opportunismo. Un abbraccio.