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Sindrome di Narciso (104809)

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 383 volte

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Marzia 21

Buongiorno. Scrivo per avere qualche consiglio su come comportarmi con il mio fidanzato. Soffre della Sindrome di Narciso e il terapeuta che lo seguiva ha concluso la terapia dicendo che la cosa non è migliorabile; ha quindi consigliato a chi gli sta intorno di accettare ogni suo atteggiamento e non contraddirlo praticamente mai. Alterna periodi di depressione a periodi più o meno tranquilli, dice che sta bene e dopo 5 minuti che vorrebbe suicidarsi. Ha l'autostima praticamente nulla e continua a parlare della sua superiorità rispetto agli altri, valutando tutto semplicemente in base al potere economico che possiede, come suo padre! È cresciuto tra vizi di qualsiasi tipo, ha sempre avuto i genitori pronti a difenderlo e non si è mai dovuto guadagnare nulla da solo. Quando era piccolo è stato curato per la dislessia e già da allora tutti sono stati pronti a montarlo sul fatto di essere più intelligente degli altri. Ci sono molti problemi anche in ambito sessuale: anni fa ha subito un' operazione al pene che lo ha menomato di 5 centimetri in erezione; da quel momento durante i rapporti prova forti dolori, anche se dal punto di vista fisico non c'è assolutamente nulla. Per quanto riguarda le dimensioni è normalissimo, ma si vergogna, è convinto di non potermi soddisfare (la sua ex ha avuto la brillante idea di dirgli che alle donne piacciono tra i 25 e i 30 cm). Dal punto di vista sessuale è un dramma, ha timore del corpo femminile (l'altra sua ex gli ha raccontato storie tipo che dopo un orgasmo clitorideo la donna non può più averne un altro e con la penetrazione ci sono rischi di emorragie interne). Tutte le paure in ambito sessuale sono aggravate dal fatto che ha avuto un rapporto orale con un transessuale e la cosa lo ha eccitato molto, come lo eccita il pensiero di rifarlo, e vive nel terrore di essere gay o bisex. Per un lungo periodo ha anche frequentato prostitute, giustificandosi con il fatto che loro non avevano mille ordini da dare o mille paranoie. Quello che vorrei sapere è come devo comportarmi e se davvero per la Sindrome di Narciso e tutti i problemi che ne seguono non ci sono rimedi. Devo lasciarlo isolare e dirgli sempre di si? Devo continuare a montarlo e viziarlo come fanno i suoi genitori? Lui sostiene di voler vivere in una campana di vetro con me, solo io e lui, con tutto il mondo fuori, come faccio a fargli capire che nel mondo non esiste solo lui? Vi ringrazio anticipatamente se avrete la cortesia di darmi qualche consiglio.

Effettivamente i sintomi da te descritti rientrano nel quadro del disturbo narcistico di personalità in cui il soggetto è fortemente bisognoso della propria immagine riflessa dagli altri, in un gioco di continuo mascheramento, perennemente in bilico tra un Sè grandioso e il timore di un inevitabile ridimensionamento che lo condurrebbe su un tono dell'umore depressivo. E' molto difficile per coloro che soffrono di questo disturbo costruire dei rapporti sociali significativi, il tentativo in genere è quello di sfruttare l'altro. Come avrai compreso da tempo il problema è molto serio, dovreste prendere in considerazione la consulenza da parte del servizio di igiene mentale dell'ASL affinchè lo segua, se necessario anche dal punto di vista farmacologico. Da sola tu puoi fare poco se non partecipare attivamente ad invogliarlo a farsi seguire. Non so se potranno esserci grossi miglioramenti, ma sicuramente è necessario provarci. La terapia cognitivo-comportamentale a medio-lungo termine (circa 1/2 anni) potrebbe anche portare qualche miglioramento dei sintomi, seppur molto difficile per il terapeuta mantenere la fiducia di un paziente con queste caratteristiche. La cosa che non riesco a comprendere dalla tua lettera è come tu vivi questa situazione che sicuramente non deve essere facile da gestire. Ricordati che lui non sta bene, pertanto non cedere a suoi progetti del tipo "vivere sotto una campana di vetro": la nostra è una vita di relazione, di contatti, di scambi con il prossimo, è impossibile vivere come un anacoreta. E' difficile che lui riesca a comprendere questo, ma per il tuo benessere psicologico ricordati di non farti invischiare in certe dinamiche patologiche. Auguri.

(risponde la Dott.ssa Maristella Copia)

Pubblicato in data 04/12/07

 

 

 

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