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Sindrome di Rebecca? (163662 )

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 593 volte

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Fiore, 28

Gentile dottoressa,
dopo tanto tempo, mi sono promessa di scrivere questa lettera con la speranza di riuscire , anche in parte, a liberarmi da questo macigno che porto dentro di me da ormai più di 12 mesi e che mi ossessiona giorno e notte,che influenza l'andamento delle mie giornate, i rapporti di coppia e lavorativi. Da un anno circa sto con un ragazzo poco più grande di me che chiamerò Francesco. é stato quello che tanti chiamano "colpo di fulmine", abbiamo vissuto i primi mesi con il desiderio di stare sempre insieme, viverci, conoscerci... Sembrava tutto incredibilmente perfetto anche se qualcosa velava tutto: un rapporto di "amicizia" con la sua ex storica con la quale era stato insieme 10 anni, che chiameremo Maria. Ovviamente prossimi alla convivenza ed oltre, decidono di rompere ma di rimanere dentro quell'inquietante bolla di chi non vuole dirsi addio in nome dei sentimenti. Incontro Francesco per la prima volta dopo 4-5 mesi da questa rottura (nonostante le uscite comuni con amici, le telefonate di organizzazione pratica in vista di qualche evento ecc ecc)ma stando a ciò che raccontava, il loro rapporto era già finito da oltre quel lasso di tempo. Premetto che davano l'impressione di essere la coppia perfetta: lavorativamente realizzati, hobby in comune, amici in comune, tutto in comune. Io, Francesco e Maria siamo accomunati da quello che oggi è il mio datore di lavoro, in quanto entrambi erano/sono amici del mio capo, il quale continua comunque ad essere in contatto con Maria (si avete capito, io ho conosciuto lei in tempi non sospetti) Dopo qualche mia sfuriata di gelosia (a fronte di fatti concreti)durante i primi mesi, lui decide di comunicarle brutalmente che ogni tipo di comunicazione fra loro deve cessare. Lei ovviamente lo insulta e la cosa pare finita lì. Io ovviamente non sono al corrente di altri sviluppi e/o comunicazioni fra i due. Il problema però pare essere ancora presente nella mia vita, visto che io sento  di essere ossessionata da lei, controllo ciò che condivide sui social per esempio, attribuendo alcune sue frasi a situazioni in cui pare che lei rimugini sul passato; la sogno la notte e non nego di essermi molto infastidita a volte quando lei continuava a cercare "favori" dal mio capo. Tutto ciò rende me, persona allegra e solare, velata da una nube di cui tutti si accorgono, Francesco incluso. Ovviamente sentendomi costretta a parlare, ho dovuto confessargli questa mia ossessione, che ci è costata litigi a cadenza settimanale, colite cronica per me e incapacità di vivere. A volte mi pare di respirare, ci sono stati periodi in cui penso meno o il pensiero non mi sfiora più di tanto, ma ci sono periodi in cui vorrei nascondermi in un angolo remoto di mondo. Qualsiasi persona che loro avevano in comune e che mi è capitato di conoscere, viene da me inconsciamente e involontariamente "bollata"; penso infatti di non volerci avere assolutamente nulla a che fare e faccio in modo di apparire -superficialmente - più bella di lei (come se temessi anche il giudizio di questa gente) Ogni volta che mi capita di essere a casa di lui immagino cosa possa esserci dentro i suoi cassetti e immagino che possa essere pieno zeppo di roba loro e questa cosa mi duole davvero al cuore. Credo di essere un caso difficile e dopo 16 mesi non vedo via d'uscita. Non ho nessuno a cui confidare senza filtri ciò che succede nella mia testa e nel mio cuore e temo comunque di ricevere i soliti consigli che non mi aiuteranno a risolvere il problema. Mi auguro di trovare qui una risposta che arrivi al mio cuore e che mi faccia capire quale sia la chiave per uscirne, spero inoltre che rileggendo questa lettera un pezzo del mio peso, voli via facendomi sentire un pò più leggera.



Cara Fiore,
ti senti in colpa o sovrastata da questa Maria? Pensaci… e cerca di prendere fiato con praticità e senza troppe sovrastrutture e inutili stratificazioni ansiogene.  In tutti i casi è fondamentale che superi le tue fragilità e non ti vivi mai come il sostituto di qualcuno, ma semplicemente come  un nuovo incontro. Non è facile, ma è indispensabile. E se non ci riesci, non trascurare di riflettere che le ossessioni  sono sempre un bisogno di controllo interno su una realtà che si vive come perturbante… e quindi aldilà di questa esperienza disagiata forse dentro di te c’è una storia  di abbandoni o di rifiuti o di sfide perse che ancora non hai elaborate e che creano una relazione tensiva e modulata su sentimenti persecutori proiettati…A tutto però c’è riparazione, se siamo consapevoli del rotto e ci rimbocchiamo le maniche, senza paura della paura e con tranquillità sul proprio valore. Alla fine le coppie che durano non sono quelle perfette, ma quelle che si vogliono.

 

(Risponde la Dott.ssa Lucia Daniela Bosa)

 

Pubblicato in data 28/04/2014

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