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Violenza psicologia (163218 )

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on . Postato in Relazioni, Coppia, Famiglia | Letto 504 volte

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Rosaria, 45

Gentile Dottoressa,
da quasi tre anni ho una relazione con un uomo di 4 anni più piccolo di me, separato con due figli di 9 e 17 anni. Sono passata negli ultimi due anni dalla violenza fisica a quella psicologica. Non fa che ingiuriarmi, bestemmiare e screditare tutto quello che faccio. Mi reputa una poco di buono, ritiene che in questi anni l'abbia sempre tradito e mi considera un ipocrita. Gli basta poco per urlare come un ossesso e per quanto io cerchi di calmarlo nn da modo di replicare. Ha cominciato dopo un anno a prendermi a botte, all'inizio piangevo e subivo in silenzio poi ho cominciato a reagire e così lui è passato dalla violenza fisica a quella verbale. Mi domando se la malata nn sia io. Perchè permetto che mi si faccia tutto questo. Nn l'ho mai tradito, lavoro presso un azienda di 960 persone circa e conosco tante persone, il mio lavoro mi porta ad avere una certa faciltà di approccio ma questo non fa di me una prostituta. Ha le pwd dei miei account mail e controlla con ossessione tutto ciò che arriva, interpreta a suo modo ogni cosa, deve avere sempre ragione e non ammette di essere contraddetto. Ho un figlio di 21 anni con il quale ho un ottimo rapporto che considera il mio compagno un paranoide, dice che non cambierà mai perchè mette l'orgoglio davanti agli affetti ed è preoccupato per me. Perchè non riesco a tirarmi fuori? La madre dice che fa così con tutti anche con lei, ha ridotto al minimo il dialogo per evitare questi scatti d'ira, con i figli non ha rapporti, la madre è riuscita a fare ad entrambi il lavaggio del cervello ma lui non ha fatto nnt per recuperare e non accetta consigli. Vede il male ovunque  , diffida di tutti ed io sto vivendo in un inferno e oggi sono una persona depressa che ha chiuso il modo fuori. Mi dedico solo ed esclusivamente al mio lavoro e resto chiusa in casa per il resto della giornata a pormi mille domande, a chiedermi se non è realmente mia la colpa della sua infelicità perchè è questo di cui mi accusa oltre a tutto il resto. Sembra cinico e incapace di provare pentimento, non chiede mai scusa, anzi sembra quasi divertirlo offendermi. Ho perso mio padre 25 anni fa, lui sa bene quanto ho sofferto e quando deve colpirmi bestemmia i morti e lo fa continuamente. Forse ha un'altra e nn riesce a dirlo e per questo mi odia....ma io vi chiedo cos'è che mi tiene ferma e immobile? Cos'è che m'impedisce di reagire? Perchè penso al suicidio piuttosto che ad una rinascita? Vi prego aiutatemi! Grazie

Cara Rosaria,
le persone che hanno grandi sofferenze e importanti perdite precoci spesso nelle relazioni successive non riescono ad operare i cambiamenti e gli allontanamenti che a volte sarebbe indispensabile fare per tutelarsi. Il dolore fa male e pur volendo interpretrare il comportamento del tuo compagno come un urlo di dolore e grande malessere interno che lui agisce con l'aggressività per alleggerire la dilagante tensione interna, non cambia la situazione nella quotidianità e nella concretezza di tante giornate che rischiano di diventare tragedia.
Dovete chiedere aiuto e molto rapidamente e non sostare più nella melma ripugnante di queste altalene maniacali. Per te e per lui, tenuto conto che, pur in termini assolutamente diversi e con diverse responsabilità,  non state affatto bene nessuno dei due.
La depressione ormai è diventata talmente parte del tuo quotidiano che non riesci a pensare ad una vita diversa o a delle vie d'uscita. E' chiaro che a quel punto manca la voglia di vivere, ma in realtà è una strana forma di vitalità, perchè la verità è che ami la vita e la normalità e non vuoi più vivere in questo dramma senza fine. Cerca aiuto, magari partendo dal Consultorio Familiare di zona e ricordati che hai un figlio di 21 anni che ti vuol bene e conta su di te.

(Risponde la Dott.ssa Lucia Daniela Bosa)

 

Pubblicato in data 11/11/2013

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