Violenze psicologiche familiari (144947)
Marta 21
Salve, mi chiamo Aisha. Ho 23 anni. Da oltre 15 anni, mio padre mi maltratta verbalmente, per sciocchezze. M'insulta in ogni modo, alzando sempre la voce, e non smette sin quando, non mi vede veramente distrutta. La sera, poi, sembra sia tutto passato, ma l'indomani ricomincia. Mia madre lavora fuori regione, sono giuridicamente sposati, ma di fatto hanno chiuso da molto. Io ho avuto diverse esperienze lavorative, pur studiando, ma da un po', non riesco più a studiare. Ho trovato lavoro presso un'importante società ; faccio orari serali/notturni, e mio padre, sembra essere peggiorato. Mi mette sotto pressione, pretendo di tutto da me. Pretende che sbrighi la qualunque (lui è in pensione, ha 62 anni), e quando qualcuno (anche un familiare) mi parla, ed ha piacere a conversare con me, ritornano le offese ed i maltrattamenti. Spesso in presenza di queste terze persone. Le conseguenze sono: insicurezza, apatia, timore del minimo gesto (spesso, mi blocco anche dinnanzi un saluto), frigidità (non ho più rapporti,e non voglio averne), depressione, ed incapacità di studiare (quest'ultimo aspetto mi pesa di più). Non so cosa pensare, l'ultimo episodio é avvenuto 30 minuti fa circa. Sono distrutta. Spero che mi rinnovino il contratto per poter andare via da questa casa .L'indifferenza di fronte a queste violenze, mi sta lentamente portando a maturare l'idea del suicidio come liberazione. Forse, non vale nemmeno la pena che lei mi risponda. Grazie comunque per avermi letto.
�Cara Aisha, la violenza verbale e psicologica non è meno grave di quella fisica. Dal tuo scritto, non si evince il motivo per cui tuo padre inveisca su di te, tuttavia il suo comportamento ha certamente determinato una porfonda insicurezza, una perdita di autostima e a anche idee autolesionistiche. Forse lui soffre, ha qualche disagio che non dice, potresti provare a parlargli con schiettezza. Tuttavia, in ogni caso, se manca completamente il dialogo, ricorda che in te c'é anché la soluzione: quella di allontanarti da lui e - magari con l'aiuto di uno psicologo - ritrovare le tue risorse e le tue qualità per vivere la tua vita con benessere, magari avvicinandoti a tua madre.
(Risponde la Dott.ssa Paola Taufer)
Pubblicato
in data 26/08/2010
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