Complesso di Edipo (124711)
Alessandro 25
Gentile esperto, come prima cosa vorrei complimentarmi per questo utile sito, poi passo ad esporre il mio problema. Io non mi intendo di psicologia, quindi premetto che il titolo dato a questa mia richiesta potrebbe anche essere fuorviato dalle mie cognizioni assai poco specifiche. Diversi mesi fa si è conclusa la mia unica relazione con una ragazza stupenda, e il motivo di questa conclusione è stato niente altro che il puro e semplice sesso, al quale io non riesco ad avvicinarmi senza provare una angoscia molto intensa. Non è servito parlarne, non è servito aspettare, la mia vita è diventata un incubo e qualsiasi altro aspetto relazionale con questa ragazza è passato in secondo piano, fino a che nella paralisi più totale non sono riuscito più neanche a chiamarla al telefono e alla fine con ancor più grande rammarico mi sono fatto lasciare. Da allora ho iniziato a vivere in uno stato che sta costantemente tra la depressione e l'allarme, sentendomi male, isolandomi dalle amicizie, provando difficoltà e pesantezza a fare tutto e sviluppando paranoie che mi hanno dato problemi non indifferenti specie nei miei primi lavori. Fino a ieri sono stato uno studente in scienze della comunicazione e diciamo pure che sono vissuto nella bambagia, anche se con pochissimi amici e nessuna conoscenza femminile. Non ho avuto particolari problemi, perchè lo studio era praticamente la mia unica preoccupazione e anche se sono andato un po' a rilento mi ha dato notevoli soddisfazioni. Se le ho scritto è perchè mi sto accorgendo che in seguito a queste ultime vicende ho molta difficoltà a inserimi negli ambienti sociali, perchè tendo a pormi in maniera depressa e paranoica. Per me tutte le donne sono "vagine proibite" e gli uomini o sono antagonisti o perfino potenziali oggetti sessuali, con il risultato che io non riesco mai a intavolare rapporti che vadano oltre l'aggredire e il difendermi. O mi apro con chi mi sta intorno, e allora le donne fanno di me quello che vogliono, attirandomi e respingendomi, oppure mi metto sulle mie e mi isolo e questo non va altrettanto, perchè fa nascere il sospetto che io abbia qualcosa da nascondere. Per me non esistono più amici, amiche, colleghe, conoscenti, ma solo oggetti sessuali verso cui anche se non me ne rendo conto devo risultare istintivamente aggressivo, e questo proprio non è gradito, specie negli ambienti di lavoro. Vengo comunque sempre estromesso dal gruppo. Alla fine si creano invariabilmente delle coalizioni contro di me e io finisco con l'odiare tutti e me stesso. In questo modo non si può proprio andare avanti. Forse dovrei imparare a essere meno sospettoso verso gli altri e ad aprirmi con più tranquillità, ma ormai mi sento prigioniero di questo "copione" e vedo che in questo modo non riesco praticamente a far niente. Riterrebbe utile una qualche terapia? O pensa anche lei, come chi mi conosce, che io sia troppo cervellotico e che i problemi troppo enfatizzati finiscono con il perpetuarsi da soli? Grazie. Alessandro.
Caro Alessandro dal racconto si evince che i tuoi sistemi relazionali sono abbastanza compromessi per il modo in cui li affronti, specialmente quando si tratta di relazioni di gruppo. La sessualità in un soggetto cosi complesso difficilmente viene vissuta serenamente e quindi anche le relazioni affettive non hanno lunga vita. Il consiglio che posso darti è di iniziare una terapia individuale di tipo psicodinamico per capire l'evoluzione del tuo percorso dall'infanzia fino ad oggi; poi, o anche contemporaneamente, una terapia di gruppo di tipo gestaltico per aver maggior autostima e saperti relazionare con altri coetanei sia sul posto di lavoro sia nel tempo libero. Auguri.
(risponde il Dott. Sergio Puggelli)
Pubblicato in data 12/09/08
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