Interruzione di gravidanza (010231)
Diana67, 38 anni
Gentile psicologo,cercerò
di essere breve.Nel settembre 2004 mi sono sposata incinta alla 20°settimana
di gravidanza, felici per il mio stato.Mi sono trasferita da una grande città
del centro Italia al sud, nel paese dove è nato mio marito,lasciando
i miei genitori e le mie sorelle con le loro famiglia,i miei amici,il mio hobby(un
cavallo che adoravo e che
il distacco mi ha causato sofferenza),la mia attività(un atelier di abiti
da sposa,sono una stilista).A due mesi dal matrimonio e alla 28°settimana
di gravidanza ho una gestosi fulminante non capita dal ginecologo che mi tiene
ricoverata in clinica per quattro giorno con il risultato di farmi morire la
bambina in grembo.Inutile dirle il mio stato d'animo degli ultimi tempi(è
già un anno),lei sa meglio di me quello che si è scatenato dentro
di me;quello che mi preoccupa è che nonostante tutti mi dicano che sono
stata
forte,mi sento ancora devastata da questa mancanza,dolore peggiorato anche dalla
rabbia che ho nei confronti del ginocologo.
E quello che è successo in questo orribile anno e che sta succedendo
ancora adesso è che io non sono più la persona forte,dinamica,con
mille risorse come prima,sembra che questo accaduto mi abbia tolto la vita interiore,sono
priva di stimoli,mi sento sola in terra straniera. Ho problemi con mio marito
che forse non ha capito fino in fondo la mia sofferenza,anche
se ha sofferto tanto anche lui, non mi è stato di molto conforto,ma non
voglio fargliene una colpa,quello che mi preoccupa è che forse ha anche
perso stima nei miei confronti. inutile dire che le cose tra di noi sono peggiorate,tra
incomprensioni,giornate nere,musi.in un posto per me nuovo ho solo lui su cui
mi sono appoggiata totalmente,e lui vive questa cosa come un peso.Mi
chiedevo se ho bisogno di entrare in analisi o devo solo avere pazienza e aspettare
che passi.vorrei sapere da lei se è normale che io senti ancora un nodo
in gola e le lacrime che non riesco a trattenere quando penso a quello che avrei
dovuto avere in questo momento,e quando vedo neonati di persona o in televsione;sono
diventata ancora più sensibile al dolore altrui;eppure
sono stata sempre una persona,anche se molto partecipe al dolore degli altri,forte,solida
e di lacrima difficile. un grazie in anticipo e spero di avere una risposta
che mi possa in quelche modo confortare..
Cara Diana,purtroppo l'evento
che lei ha subito è estremamente traumatico, e quello che lei sente in
questo periodo della sua vita è normale, rapportato a ciò che
le è successo. È normale anche che suo marito non possa capire
fino in fondo cosa lei abbia provato. Ma a mio parere è giusto che lei
provi ad esprimere i suoi sentimenti, a farsi capire da lui, potrebbe esserle
d'aiuto. Aspettare che passi non so quanto potrebbe servirle, una situazione
così
fortemente traumatica potrebbe non guarire da sola. Per questo, se lei sente
l'esigenza di iniziare un percorso di psicoterapia lo faccia senza indugi, in
questo modo potrà affrontare in modo approfondito sia la rabbia, che
il lutto, che la sensazione di non essere più la stessa persona. Aggiungo
che, dato che questa perdita l'avete subita sia lei che suo marito, potreste
considerare l'idea di iniziare parallelamente, anche un percorso terapeutico
di coppia.
Le faccio molti auguri
( risponde la dott.ssa Serena Leone)
Pubblicita'
Vuoi conoscere i libri che parlano di sessuologia
per saperne di più?
Cercali su Psiconline®
Professional Store