mancato raggiungimento dell'orgasmo(47202)
Antonio, 36anni (11.1.2002)
Salve,
ho 36 anni e da pochi mesi sposato con un donna che amo tanto.Da
premettere, che ho rapporti con mia moglie completi(con penetrazione
vaginale) solo da quanto ci siamo sposati ed molte volte non riesco
a raggiundere l'orgasmo.Quando riesco a fare l'amore con mia moglie
serenamente senza pensare di superare una prova allora mi sento bene
con me stesso ossia soddisfatto.Le altre volte invece o per
stanchezza, stress o ansia( sono un tipo emotivo ed ansioso) mi sento
responsabile della cosa.
Quando penso che tutto e' perduto e che mai avro' un rapporto
completo con mia molgie, ecco allora che mi riavvicino a lei e
riesco ad avere un sesso completo ritorno a provare quei momenti
bellissimi di intimità con lei.Caro dottore pero' le devo
dire che come tanti altri utenti di internet non le nego che
molte volte chatto con persone del mio stesso sesso e a volta trovo
emozioni nelle fantasie erotiche. A volte penso che sia solo un gioco
e come tale deve essere ma purtroppo tutto questo si riflette poi
nella mia vita di coppia con mia moglie.Mi dico molte volte di no
farlo più ma e come se fosse una dipendenza che non ne posso
fare a meno.Solo al pensiero di avere un rapporto con un uomo mi fa
star male e non lo concepisco nel mio mondo di vedere la vita.
Ho avuto occasioni in passato,penso poi come tanti altri miei
coetanei, ma le posso garantire che sia per via internet o persone
che conoscevo che volevo avere un approccio con me ho sempre
declinato anche sotto effetto di alcolici (no bevo classica sbronza
che capita ogni tanto). Vorrei tanto essere un buon padre,un buon
marito ossia fare la mia parte di uomo.
Nella
situazione che lei ci presenta si confondono vari elementi : da una
parte sembra che l'ansia da prestazione la blocchi nella vita
sessuale coniugale, dall'altra il quadro è ulteriormente
complicato dalll'introdursi prepotente di fantasie omosessuali e di
varie dipendenze. Non è quindi facile stabilire se il secondo
aspetto influenzi il primo o viceversa, senza un più
ravvicinato confronto clinico. Le suggerirei quindi qualche colloquio
con uno psicologo per fare maggiore chiarezza sulla sua
identità, e sui suoi reali bisogni e desideri.