omosessessualità (48176)
Sandro, 24anni (8.2.2002)
Caro
Dott. /Cara Dott.ssa premetto anzitutto che sono omosessuale, o
meglio sento di esserlo ma non ho mai "praticato" ne mai l'ho detto a
qualcuno; sono circa due anni che abito con due ragazzi, studenti
come me, in un appartamento. Uno dei due non c'è mai o quasi
perchè oltre a studiare lavora fuori città, e
ciò mi ha concesso di stare tanto tempo con l'altro ragazzo,
di poco più piccolo di me. Col tempo io e lui abbiamo
approfondito il nostro rapporto di amicizia e piano piano questo
è diventato sempre più...tenero. Ci capita spesso di
incontrarci per casa e abbracciarci, giocare a toccarci i genitali,
ci capita di stare ore ed ore la sera con la mano nella mano a
guardare la tv, di parlarci con tenerezza, accarezzarci i capelli o
sfiorarci le labbra quasi per caso...graffiarci la schiena nuda... Mi
è capitato di notare da parte sua una certa eccitazione fisica
durante i nostri incontri ludici, cosa che da parte mia non manca
praticamente mai. Di questo lui si è accorto e spesso, assorto
davanti alla TV poggia le sue gambe "su" di me e si stroffina fino a
farmi eccitare appoggiando le sue gambe proprio sopra il mi pene. A
questo però si oppone l'altra sua faccia, spesso, nonostante
la contiguità fisica che caratterizza il nostro rapporto
commenta le immagini di ragazze in tv, quasi a voler prendere le
distanze da me, anzi penso che spesso lo faccia proprio per quello,
tuttavia, quando io mi allontano, evitando di sfiorarlo e di pensare
alui, lui si riavvicina, mi carezza le mani o gioca con i miei
polpastrelli. Inoltre ha una ragazza con la quale non si vede molto.
Insomma cosa devo pensare? non ho il coraggio di dirgli tutto quello
che penso, perchè ho paura che neghi l'evidenza fino a
rifiutare la mia amicizia di per se, penso inoltre che avrebbe delle
forti pregiudiziali ad amettere una sua eventuale
omosessualità. Aspetto con speranza una risposta.
Sandro.
L'intimità da lei descritta è senz'altro molto fortemente venata di omosessualità e va oltre il cameratismo fra due ragazzi "etero" che vivono insieme. Può darsi comunque che, come lei scrive, il suo compagno non voglia ammettere questo fatto e che non si riconosca una latente parte omosessuale. Penso quindi che l'unica cosa che lei può fare è correre qualche rischio: quanto dipende da lei. Può intanto cominciare a parlare di sè e del suo essere gay e confrontarsi con lui: comunicare il suo vissuto servirà a lei per misurarsi ed accettarsi ed anche a vagliare, almeno indirettamente, la posizione del suo amico.