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Omosessualità (108879)

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Bruno 37

Buongiorno, il problema che vorrei sottoporvi riguarda l'omosessualità, ma purtroppo devo partire da lontano. Ho una sorella che si è dichiarata omosessuale, dopo anni di terapia per depressione. All'età di 12 anni mia sorella perde la gioia di vivere che l'aveva sempre contraddistinta e che dovrebbe appartenere a ciascun dodicenne di diritto.Vivevamo in un contesto familiare allargato, con i nonni, e ogni giorno eravamo sempre insieme con i nostri due cugini (tre maschi e lei l'unica femmina). Si stava sempre insieme con i parenti ma all'età di 11 anni mia sorella si è trasferita nella nostra casa con i miei genitori, mentre io sono rimasto con i nonni un altro anno per terminare le elementari. La scuola media che frequentava, e che poi ho frequentato anche io, non è stata un paradiso: quartiere disagiato, parolacce, droga, furti e risse. Ci passavamo 8 ore.. vi lascio immaginare. Mia sorella, piano piano, comincia a cambiare ed iniziano i primi anni di pellegrinaggio dagli psicologi con diagnosi finale di "esaurimento nervoso", (non unico caso in famiglia: anni prima anche papà). All'età di 17 anni iniziamo a frequentare un gruppo di preghiera in cui, per impreparazione della guida, molti dei componenti iniziano a dare segno di disagio, infatti 5 persone su 15 (tra cui mia sorella) devono ricorrere all'aiuto di uno psicologo. L'esaurimento nervoso di mia sorella si acuisce fino a sfociare qualche anno dopo in un tentativo di suicidio (barbiturici e telefonata alla psicologa per chiedere aiuto subito dopo). Iniziano le manie di autoaffermazione, la dottoressa deve aver detto "bisogna essere se stessi sempre" nella mente di mia sorella deve essere diventato "fai quello che senti e quando ti pare" senza alcun freno contestuale. I miei genitori non le negano nulla e le permettono tutto per paura di una ricaduta, di un nuovo tentativo di suicidio (situazione che purtroppo, penso, a volte abbia portato a suo vantaggio). Contemporaneamente mia sorella si fidanza con un ragazzo, ma il fidanzamento ha vita breve per dissapori, so che ha attrazione per un altro ragazzo (un amico) ma che non viene ricambiata. Dopo qualche anno mia sorella si dichiara omosessuale ed inizia le sue storie con le ragazze. Ragazze tutte di un certo tipo, tutte simili a loro e a lei; rapporti che sfociano in grosse litigate ed in dolorose separazioni: nessuna è in grado di darle amore, di darle attenzione. Per la storia di mia sorella, per il fatto che non si senta accettata dagli uomini, per il fatto che non accetti se stessa, sono indotto a credere che la sua sia una omosessualità per fuga. Paura di essere rifiutata non realizzando che lo stesso rifiuto può comunque riceverlo anche dalle donne. Potrebbe essere? Non ho molto dialogo con lei da quando.. dalle medie... mi vergogno... da 26 anni. Vorrei comprenderla, vorrei aiutarla se ha necessità, ma non so da dove iniziare. Accetto la sua omosessualità purchè non sia una fuga dai problemi, come il suicidio, purchè sia frutto reale del desiderio di completarsi, di essere se stessa. Si è felici quando si può essere se stessi e lei non mi sembra mai felice.

Il cambiamento di contesto può aver slatentizzato il disagio psichico di sua sorella, ma alla base c'era già una personalità predisposta verso questo tipo di problematica, la prova di quanto affermo è lei, che pur avendo subito lo stesso allontanamento da un contesto sociale sano e avendo fatto lo stesso tipo di esperienze non è stato colto dal medesimo disagio psichico. Iniziare un dialogo adesso può risultare estremamente delicato e difficile, ma soltanto attraverso questo impegno può sperare di avvicinarla e di poterla aiutare. Parlare con una persona che sente emotivamente vicina, capace di farle sentire il dolore che gli provoca percepirla infelice, potrebbe essere un modo per permetterle di mettere a nudo la sua sofferenza. L’ipotesi avanzata riguardo la scelta omosessuale potrebbe avere un fondo di verità, ma andrebbe verificata. Dietro il repentino cambiamento d'umore di sua sorella ci potrebbe essere un episodio traumatico mai confessato, i tentativi di suicidio ripetuti nel tempo potrebbero voler essere una punizione verso gli altri o verso se stessa per non essere stata sufficientemente tutelata o per non averlo saputo fare da sola. Insieme cercate di ricostruire la sua storia, se crede può suggerirle di scrivere le sue memorie su di un quaderno e offrirsi di leggerle man mano che scrive, questo metodo potrebbe rendere più morbido l'impatto iniziale. Auguri.

(risponde la Dott.ssa Maria Assunta Consalvi)

Pubblicato in data 17/10/07

 

 

 

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