paranoia (43386)
Federico, 25anni (17.9.2001)
Da che parte cominciare? In anzi tutto mi presento, mi chiamo
Federico G., ho 25 anni e sono assieme ad una ragazza di 22 da 4. Vi
scrivo, come tutti del resto, per chiedervi un consiglio, per cercare
un appiglio. Ho un problema che non è semplicissimo da
esporre, problema che vivo in pieno e di cui la mia ragazza è
a conoscenza. Sono manifestazioni ansiose, credo, ma che non riesco a
controllare, alcuni esempi: se mi viene in mente una ragazza appena
conosciuta non riesco più a togliermela dalla testa e mi sento
"male" tremendamente in colpa nei confronti della mia fidanzata e
fino a quando non le confesso la cosa mi è impossibile
riprenderne il controllo.
La cosa però si è manifestata anche con figure
maschili e in quelle circostanze, inizialmente penso che sia tutto
sotto controllo, ma poi salgono le paranoie ed arrivo a pensare
d'essere omosessuale o qualcosa del genere, magari solo perché
mi è capitato di vedere un mio amico nudo degli spogliatoi ed
è quella l'immagine che mi tormenta, mi tormenta fino a quando
non ne parlo con lei, sempre lei la mia ragazza, solo dopo riesco, in
qualche modo, a combattere quell'immagine che mi perseguita. Una
volta accadde anche per una bambina incontrata in una fiera,
l'immagine mi perseguitava, e senza controllo iniziai a creare
stupide paure, a temere di essere pedofilo, pur non avendo mai e dico
mai provato per nessunissimo motivo desideri sessuali per un
infante.Questo modo di vivere, o meglio sopravvivere, mi accompagna
tutto il giorno e cresce sempre più ora qualsiasi persona io
incontro, soprattutto se donna e magari appariscente ne ho il
terrore, ho paura che entri nella testa e poi non se ne vada
più ed è proprio quella paura che fa sì che
ciò accada. Non riesco più a controllare la cosa e
continuo a sfogarmi su quella povera ragazza che mi sta accanto e che
sopporta tutte le mie ansie e tutti i miei problemi cercando, nel
limite delle sue capacità, di aiutarmi.
I problemi poi non si limitano alle persone, ma anche ad alcune
azioni, ad esempio un tempo passavo un po' del mio tempo libero su
internet e parte di questo tempo lo trascorrevo su siti pornografici
(chi non lo fa?), ora ho smesso, ma non perché non m'interessi
più, bhe forse in parte si, ma anche perché non riesco
a guardare quelle immagini senza poi doverlo andare a dire a lei, non
riesco e non sono mai riuscito a masturbarmi senza dover confessare
alla persona che amo di averlo fatto, e fino al quel momento sono
afflitto da terribili sensi di colpa. Io soffro di eiaculazione
precoce e cercai la soluzione nella masturbazione per imparare a
controllare l'eiaculazione, ma nonostante gli iniziali miglioramenti
smisi, perché vivevo la situazione sempre con quei sensi di
colpa che razionalizzando mi rendo conto essere inesistenti.
Io mi rendo conto che non c'è niente per cui sentirsi in
colpa in nessuna di tutte le situazioni menzionate, ma mi ritrovo in
una situazione conflittuale in cui una parte di me razionalizza e
l'altra, che oramai non riesco più a controllare, che mi
propina continuamente situazioni ansiose, pene morali da infliggermi,
facendomi vivere con paura e malessere. Spero possiate darmi un
consiglio, so che l'aiuto di uno psicoanalista può aiutare, ma
sono già stato in passato dallo psicoanalista perché in
fase di passaggio da adolescente ad adulto, mi ritrovai smarrito e
tutto non mi piaceva più la morosa il lavoro gli amici, la
famiglia ecc...
Non me la sento di dire ai miei di averne ancora bisogno e
soprattutto non me la sento di accettare il fatto di averne bisogno,
perché non posso essere sereno e vivere bene senza dover farmi
curare, i miei amici non ci vanno mica, io cosa ho di diverso, non
sono ne inferiore e nemmeno mi sento di valere meno di loro e
allora...? Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione prestatami
e rimango in attesa di un vostro consiglio, sperando di trovare nelle
vostre parole qualcosa che mi può far tornare la voglia di
sperare e di lottare.
Cordiali saluti F.G.
Caro F.G., comprendo pienamente le sue difficoltà, la lettera è una testimonianza fedele di tutto quanto c'è in questo momento nel suo "mondo interno". Ovviamente la situazione è abbastanza complessa, i temi da affrontare rileggendo la lettera sono tanti, anche se intrecciati tra loro. Purtroppo non posso che rimandarla ad un esperto, forse non se la sente di riprendere un percorso psicoanalitico in senso ortodosso, anche una psicoterapia potrebbe esserle utile e metter un po' di ordine nella sua vita. Una cosa poi mi ha molto colpito nella sua lettera e vorrei rimandargliela, una delle ultime comunicazioni che ha fatto a proposito della difficoltà di comunicare ai suoi di avere ancora bisogno dell'analisi. Mi sembra evidente, stando a quanto dice, che c'è come una difficoltà a pensare a un simile progetto in modo indipendente e separato dai suoi genitori, come se poi l'analisi dovesse passare quasi per il loro consenso. Probabilmente è il tema della dipendenza che va affrontato, perché mi sembra che lei faccia anche costante riferimento alla sua fidanzata, come fosse una sua parte, e non altro da sè. Rifletta un po' su queste cose. Ed il mio consiglio, ribadisco, è quello di rivolgersi ad un esperto.