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Problemi adolescenziali (143046)

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Anonimo 12

Salve, vorrei esporre dei problemi comportamentali di mio figlio di anni 12. Siamo una famiglia di 4 persone, i bambini hanno 8 e 12 anni. Il bambino più grande in questo periodo non fa altro che piangere ad ogni rimprovero, non possiamo fargli notare qualcosa che non va. Comincia a dire che tutti c'è l'hanno con lui, che anche a scuola se succede qualcosa la colpa è sempre sua. Non capisco perchè quresto suo modo di vivere il rimprovero. Un'altra cosa che ho notato che cammina sempre a testa bassa, sembra un cane bastonato,non nascondo che questo mi fa star male, perchè non capisco questa sua insicurezza, cosa possiamo fare per aiutarlo ad acquistare un pò di sicurezza in se stesso. Grazie.

Cara mamma, comprendo bene la sua preoccupazione, verso un figlio che sta crescendo e mostra una grande insicurezza. Ma, prima di tutto occupiamoci di lei. Nel mettere l’età del richiedente, non ha riportato la sua ma quella di suo figlio e questo mi ha fatto pensare che lei si tiri un po’ indietro. In realtà, ciò che chiede, riguarda suo figlio, ma è lei che chiede e che esprime una certa preoccupazione al riguardo. Mi stavo domandando, come vive tutta questa situazione, come la gestisce e come ha gestito lei la sua infanzia e soprattutto l’adolescenza, con tutti i suoi cambiamenti e disorientamenti. Quello che succede è che noi cresciamo insieme ai nostri figli, riviviamo parti di noi e della nostra infanzia, attraverso e grazie a loro. Per cui, quando ci troviamo in difficoltà con loro, spesso accade perché in realtà questa situazione richiama qualcosa di noi, rimasta irrisolta che ci impedisce di guardare i nostri ragazzi e le loro difficoltà, con maggiore chiarezza e semplicità. Per cui, prima di tutto invito lei a guardare la sua infanzia ed l’adolescenza, chiedendosi come ha vissuto il momento e se ci sono state cose o episodi che l’hanno fatta sentire un cane bastonato, suscettibile ad ogni critica. Cosa la faceva piangere, mia cara? Prendendo adesso parallelamente in esame la situazione di suo figlio, ci sarebbe da riflettere se questa condizione emotiva sia esplosa in seguito ad un episodio particolare, ad un evento specifico che può averlo turbato e che non riesce a gestire. E’ necessario che lei e suo marito vi soffermiate un po’ su questo, perché se ci fosse, sarebbe di grande aiuto individuarlo e affrontarlo in modo diretto, cercando delle strategie per sostenere il ragazzo. Questo comunque non toglie che, qualunque sia stato l’evento scatenante, probabilmente vostro figlio ha la tendenza a reagire in questo modo a situazioni spiacevoli, cioè ripiegandosi su sé e sentendosi in colpa o sbagliato. Infatti, il fatto che si senta accusato ovunque e comunque, che senta che è sempre colpa sua, mi fa pensare che viva un carico sulla schiena, eccessivamente pesante per lui. Il camminare come un cane bastonato, è un’immagine molto esemplificativa, fa pensare appunto che si senta bastonato, giudicato, “picchiato” e sopraffatto. La testa bassa, ricorda qualcuno che si vergogna, che non osa alzare la testa e che non sente le energie per farlo, per reagire a questa situazione emotivamente schiaccinate. Allora c’è da chiedersi cosa lo ha fatto sentire bastonato, cosa gli ha abbassato la cresta, cosa l’ha piegato così tanto. Quale evento può aver fatto a pezzi la sicurezza in sé? Come si è strutturata la fiducia in sé e nelle proprie capacità? E voi genitori, quanta fiducia avete in lui, nelle sue capacità e nelle sue risorse? Ricordo che la fiducia in un bambino si costruisce prima di tutto nella mente dei genitori, in ciò che vedono per il suo futuro, in quanto credono in lui e nelle sue risorse. Questo, per altro è legato a ciò che voi pensate di voi come individui e come genitori, a quanta stima, fiducia e soddisfazione avete in voi stessi.  Per cui, direi che ci sono due operazioni da fare, in primo luogo si tratta di guardare il ragazzo nel momento contingente, cercando di capire cosa può essergli successo nell’immediato, confrontandovi anche con le insegnanti, visto che il ragazzo si lamenta anche rispetto a quanto succede a scuola. In secondo luogo, si tratta di guardare più ad un versante interno, sia di vostro figlio che vostro, retrospettivamente nel suo e nel vostro passato, come individui e come genitori, per capire meglio quanto solido è il senso di sé e della propria identità. Nell’immediato inoltre, parlare con lui può essere la cosa più importante. Può esplicitare in modo semplice e diretto ciò che ha visto di lui, ciò che sente e che la preoccupa. Chiedendo a lui, cosa gli sta capitando, cosa lo turba e in che modo potete sostenerlo. Il pianto infatti, ci dice che è come se non si sentisse in grado di reggere il peso emotivo, di quanto gli viene rimproverato. Sembra, che tutto quello che gli viene detto, per lui costituisca una critica, che gli risulta difficile da digerire e tollerare. Probabilmente, tutto questo è legato proprio all’età, al passaggio dall’età infantile a quella adolescenziale, in direzione di quella adulta, che richiede delle scelte, maggiori responsabilità e inevitabilmente lo spaventano. Il timore di far fronte a tutti questi cambiamenti, spaventano tutti gli adolescenti, li fa sentire incerti e insicuri, ma alcuni più di altri sembrano turbati da questa fase, probabilmente per eventi intercorrenti e soprattutto per un senso di insicurezza di base ed un senso di identità maggiormente precario, che generalmente va a pescare nell’infanzia. Può darsi che tutti questi passaggi, vi aiutino a venire a capo della situazione. Se così non fosse, potete ricorrere ad un esperto che contattato di persona, riesca ad indirizzarvi meglio verso la risoluzione. Teniamo anche presente che si tratta di un ragazzo di 12 anni, che ha una grande flessibilità e mobilità nel cambiamento, per cui spesso (se non ci sono problemi consistenti) basta poco, per riprendere un processo evolutivo, che ha subito solo una fermata momentanea. Rimane in primo piano l’attenzione verso il senso di sé, che deve essere rafforzato attraverso la visione delle sue risorse, che vi permetterà di incoraggiarlo e sostenerlo in tutti i momenti più delicati. Prima di tutto dovete essere certi voi, del fatto che vostro figlio ce la farà, che è in gamba e troverà la sua strada nel mondo. Solo quando ne sarete sicuri, sarete in grado di trasmetterlo a lui, fargli vedere che poi il mondo non è così pericoloso o pesante, che lui non ha niente di sbagliato e non c’è motivo per vergognarsi di sè. Vi invito quindi, a non preoccuparvi eccessivamente, ma caso mai ad occuparvi della situazione, vedendola come occasione di crescita e consapevolezza, per ogni componente della vostra bella famiglia! Non posso che augurarvi buon lavoro!

(Risponde la Dott.ssa Costantini Sabrina)

Pubblicato in data 11/03/2010
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