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Sessualità (006309)

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Silvia, 25 anni

Mi chiamo Silvia, ho 25 anni e sto studiando scienze della Formazione mentre lavoro in un ente di formazione da tre anni circa. Vivo con i miei genitori, ho due fratelli, uno più grande ed uno più piccolo, un fidanzato da due anni adorabile, e due anni del mio passato che considero buchi neri, per una relazione con una persona sbagliata dentro (che è stata da molti definita plagio psicologico perchè ha stravolto la mia personalità e le mie certezze).
Alcuni mesi fa mi sono rivolta ad uno psicologo per due problemi: uno inerente ad uno stato di ansia legata alla paura della morte che fin da bambina mi coglie prima di addormentarmi, causandomi un profondo senso di angoscia e frequenti insonnie.
L'altro problema è inerente invece alla sessualità, più precisamente all'impossibilità di raggiungere l'orgasmo (vaginale, perchè quello clitorideo lo raggiungo), problema che si è manifestato fin dal mio primo rapporto (traumatico, con quella persona che prima ho brevemente descritto, e che mi ha segnata profondamente in negativo, non solo in marito alla sessualità), ma che ha continuato a presentarsi anche col mio attuale fidanzato, cui sono profondamente legata.
Terminate le prime tre sedute introduttive e conoscitive col suddetto psicologo, ho deciso però di non intraprendere il percorso analitico propostomi, primo perchè mi era stato prospettato troppo lungo (2 anni circa), secondo perchè ho temuto di dover scavare troppo in profondità situazioni del mio passato dolorose, con cui ho imparato a convivere (sicuramente nel modo sbagliato).
Ora però si è presentata un'ulteriore complicazione durante i rapporti sessuali, un dolore costante dall'atto della penetrazione fino alla fine del rapporto che ho esposto al mio medico di base, il quale, dopo una serie di acccertamenti (mi erano stati riscontrati dei batteri ed una candida che ho poi curato) mi ha diagnosticato il vaginismo, consigliandomi di riprendere la terapia dallo psicologo (sconsigliandomi un sessuologo).
Il consiglio che Vi chiedo è se non fosse davvero il caso di rivolgermi ad un sessuologo, che, da profana, sento più preparato ed esperto in materia di problemi sessuali, o se invece seguire il consiglio del mio medico e continuare con lo psicologo, che potrebbe poi aiutarmi anche per le altre questioni che Vi ho prima esposto?
Attendo Vostra risposta e anticipatamente Vi ringrazio,
cordiali saluti

Gentile silvia, il consiglio e' di riprendere la terapia ma con uno psicosessuologo che sicuramente una volta individuato il tipo di problema le proporra' una soluzione piu' o meno rapida, non di certo in due anni, perche' e' evidente che il problema e' localizzato a livello del suo ipotetico vaginismo, di certo lei ed il suo compagno dovrete impegnarvi per far si' che le cose tornino alla normalita ma sei lei e' davvero motivata sicuramente risolverete il vostro problema. buona fortuna.

( risponde la dott.ssa Benedetta Mattei )

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