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Sessuologia (162412)

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on . Postato in Sessualità | Letto 435 volte

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Lorenzo, 25

 

Gentile Dottore,
buona sera, sono un ragazzo di 25 da circa due anni sotto analisi da una psicoterapeuta!
La mia vita psicologica non è stata mai del tutto semplice. La mia adolescenza è stata molto tormentata e complicata. In quest'ultimo periodo le sedute sono diventate molto difficili da sostenere sia per la loro intensità emotiva (perché la psicoanalisi di se per se è molto angosciosa) e sia per le tematiche. Gli argomenti non vengono del tutto affrontati, ma vengono sviati.
In passato ho sofferto enormemente di crisi di panico ed ansia correlati a vomito frequente, rifiuto del cibo, settimane di digiuno, crisi isteriche (di avversione contro i genitori ecc...). Col tempo sono passate anche con l'aiuto della mia psicologa dalla quale sono in cura. Ultimamente però da qualche mese la situazione è un po peggiorata, le crisi di ansia sono tornate fuori ma con altre forme (per lo meno non ho vomito e non rifiuto di mangiare), ma l'ansia rimane interna al corpo, sono più capace di gestirla, la sfogo nel silenzio.
I pensieri che mi assillano sono di tipo sessuale, l'argomento più tabù della mia vita. Nel mio passato ho avuto relazioni più o meno serie e solo con donne, sia sessuali che relazioni senza sesso. Nella mia adolescenza soffrivo del fatto che non riuscivo ad avere relazioni con le donne, sentivo il mio piacere verso le donne ed era un ossessione soprattutto il sesso, in particolare quello orale.
Ho avuto sempre la mia eccitazione guardando donne e/o lesbiche. Ma questa mia lontananza dal mondo reale delle relazioni in fase adolescenziale mi ha instaurato una paura inconscia di poter diventare o essere gay. Una paura diciamo insensata perché quella volta non provai mai eccitazione verso gli uomini.
Ora sono assalito daldubbio riguardo la mia identità sessuale. Provo sensazioni forti e strane. Non ho una effettiva eccitazione sessuale verso gli uomini ma ho un forte rifiuto verso le donne, la mia attrazione è molto diminuita.
Qualche tempo fa questa mia ossessione e paura di essere gay mi ha fatto navigare su internet per trovare qualche risposta, ho trovato varie informazioni sul Disturbo Ossessivo Compulsivo! Ho notato molti comportamenti a me comuni: ossessioni e pensieri ricorrenti (intrusivi) che pervadono la mente continuamente e parlo da solo come dovessi convincermi del contrario; lo sguardo di un uomo, parole o concetti in riferimento alla questione omosessuale sentiti in radio, televisioni, da amici, genitori, me le sento mie come fossero frecce. La mia azione riparatoria è quella di affrontare la mia sessualità con masturbazione ossessiva e rapporti molto frequenti (specialmente con prostitute) seguite da un mio " colloquio" auto inflitto con me stesso sull'incesto che andrà ad eseguire.
Con la psicologa è uscito fuori un ricordo della mia prima infanzia credo attorno ai 4 5 anni. Quella volta scoprì che la mia vicina di casa , una bambina, non avesse il pene come me. Ma che in realtà essendo una bambina avesse la vagina ovviamente. Parlando con la mia psicologa mi disse che questo è uno dei traumi più forti che può subire una bambino generando appunto il complesso di evirazione.
Crede che sia collegato a questo mio complesso sessuale? Vorrei un consiglio e porle alcune domande: - Un abuso sessuale in età infantile o adolescenziale può scomparire completamente dalla mente e generare appunto questo mio disagio?
- l'omosessualità da cosa può essere generata? ci si nasce? ci si diventa? le chiedo questo perché ora come ora viviamo una società in cui l'omosessualità sta svolgendo un ruolo molto importante fra i giovani e viene quasi " svenduta ". Molti adulti si scoprono gay da sposati ecc quindi mi chiedo se uno può diventarci. Ho proprio questa paura.
Grazie per l'attenzione, spero in una risposta


Caro Lorenzo,
leggendo la tua relazione possono aprirsi varie ipotesi psicologiche, ma che non desidero entrare poichè, come affermi sei già in terapia presso una collega e quindi per deontologia non entro in merito.
Posso solo aggiungere alcune riflessioni sulla sessualità, che comunque devi affrontare con la collega e non evitare, l'omosessualità è latente in tutti noi quindi non è una malattia ne tantomeno si nasce, esso è un orientamento sessuale per cui non si può definire patologia.
Se con la collega non parli di sesso o fisiologia ti consiglio dopo averla consulktata di consultare uno psicoterapeuta psicodinamico sessuologo che può aiutarti a capire la tua sessualità
Auguri

 

(Risponde il Dott.Sergio Pugelli)

Pubblicato in data 03/06/2013

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