sessuologia (45709)
Roby, 23anni (24.11.2001)
Buongiorno,sono un ragazzo studente di 23 anni ed ho un problema di carattere
sessuale con la mia ragazza,coetanea.Non riesco ad avere un rapporto
completo con lei. Dopo esserci incontrati(un anno fa)abbiamo
attraversato una fase di soli "preliminari". Solo successivamente,
quando ci siamo conosciuti meglio, abbiamo deciso di concederci
completamente: per lei era la prima volta,per me la terza. Ci abbiamo
provato e riprovato con suo grande coraggio,dato che mi diceva ogni
volta di continuare, ottenendo la lacerazione dell' imene, segnalata
dalla leggera perdita di sangue in 2 occasioni e inducendomi a
pensare che ci eravamo riusciti. In tutte le volte successive
però per lei il dolore si ripete tanto da non consentirle
ancora un orgasmo e da non permettermi di penetrarla completamente (i
muscoli della parete sono troppo contratti), mentre con un dito non
prova quasi dolore ma neppure niente di piacevole. Mi ha raccontato
che con i ragazzi precedenti ha avuto contatti sporadici che cercava
di evitare perché le sembrava di fare una cosa strana, e per
di più ne è rimasta delusa dato che la sua inesperienza
in materia veniva rimarcata non proprio in modo dolce.Con me invece
si sentiva più sicura. Vorrei sottolineare che non manchiamo
certo di sintonia sessuale e nella fase "preliminari" abbiamo sempre
raggiunto l' orgasmo con disinvoltura (naturalmente per lei solo
clitorideo) A questo punto penso che la causa sia psicologica.
Ho letto sul vostro sito patologie analoghe e mi sembra di aver
capito che i genitori giocano un ruolo determinante,infatti i suoi
sono molto rigidi in questo campo, a mio avviso lo vedono come un
tabù, tant'è che le da pure molto fastidio baciarsi in
pubblico. Ora lei è molto amareggiata xchè non vede
niente di piacevole nel sesso, dice che non ci vuole più
pensare e ha cominciato a dubitare che io sia la persona giusta anche
se prima del ultimo tentativo eravamo felicemente innamorati.
Così vorrei chiederle che ruolo gioco io nella sua mente?
Dovrei cercare di trasmetterle il massimo della fiducia standogli
vicino e aspettare che si senta sicura? Come possiamo risolvere la
crisi? Ancora, consiglia di ricorrere ad una seduta di qualche suo
collega?
Grazie in anticipo e complimenti per il sito.Il vostro lavoro
è davvero prezioso.
Gentile Roby, la sua lettera è molto minuziosa, mi sembra una persona critica e riflessiva, sarebbe però utile che un discorso così aperto lo avesse affrontato anche con la sua fidanzata, non so se lo ha già fatto in questi termini, e comunque i casi sarebbe utile che fosse lei in prima persona a porsi delle domande, anche rispetto al ruolo dei suoi genitori, all'educazione, alla cultura impartita. In genere è così, questi lementi che lei ha èpreso in considerazione guiocano un ruolo, ma vanno messi in relazione ad altri fattori che solo la persona direttamente interessata può raccontare. Questo perché è importante valutare elemnti della relazione e della dinamica familiare che nessun'altro può raccontare meglio di chi e come li vive la persona interessata. Indubiamente qualche consulenza potrebbe aiutarvi a chiarire meglio delle cose quali appunto il ruolo che lei gioca in quella relazione, il truiolo dei suoi genitori ed altri elementi che la sua ragazza indicherà.