Aborto. Al via la campagna "Il buon medico non obietta"
Nel dibattito sull’obiezione di coscienza non viene quasi mai messo in discussione il principio che gli operatori sanitari possano rivendicare un diritto all’obiezione di coscienza, perché una società liberale dovrebbe consentire ai propri cittadini di vivere in maniera conforme ai propri valori e di veder rispettata la propria autonomia. La conclusione è che un medico che non riconosce l’accettabilità morale dell’interruzione di gravidanza dovrebbe avere sempre il diritto di non praticarla".
Questa la lunga premessa con la quale la Consulta di Bioetica ha voluto chiarire come non sia sua intenzione cancellare il diritto all'obiezione alla 194, introduce le motivazioni alla base della campagna appena lanciata a Firenze dal titolo "Il buon medico non obietta. Rispetta la scelta delle donne di interrompere la gravidanza".
Una premessa utile infatti a capire come in realtà, scrive il Comitato, "il fatto di difendere il valore dell’autonomia e della libertà personale non comporta necessariamente l’accettazione del diritto all’obiezione di coscienza". "Non c’è contraddizione del resto - aggiunge - nell’affermare che l’autonomia e l’integrità rappresentano valori irrinunciabili e sostenere che per promuovere il benessere generale e la tutela dei diritti fondamentali dei singoli cittadini (ad es. alla salute) è giusto che lo stato limiti gli spazi di scelta dei singoli all’interno delle professioni".
Tratto da: "quotidianosanita.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo