Alla scoperta della percezione personale del mondo
L'elaborazione dei dati raccolti con la risonanza magnetica funzionale permette di individuare alcune caratteristiche del modo strettamente personale con cui ciascuno di noi osserva e rappresenta mentalmente la realtà. In prospettiva, la tecnica potrebbe servire a rivelare come sono alterate le rappresentazioni cerebrali in varie patologie, dalla prosopagnosia all'Alzheimer.
L'impronta digitale del modo unico in cui ciascuno di noi percepisce il mondo e se ne costruisce una rappresentazione mentale è rilevabile attraverso l'elaborazione dei dati ottenuti con la risonanza magnetica funzionale (fMRI).
Questa impronta si manifesta negli schemi di attivazione della corteccia temporale inferiore, che ha un ruolo cruciale nell'identificazione degli oggetti osservati. La scoperta, opera di un gruppo di ricercatori della Medical Research Council Cognition and Brain Sciences Unit di Cambridge, è descritta sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
Tratto da.lescienze.it - Prosegui nella lettura dell'articolo
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