Alzheimer e Parkinson: si punta ad individuare i segnali precoci della malattia
Con l’invecchiamento della popolazione e l’arrivo all’età anziana dei nati tra il 1946 e il 1964 (quelli del baby boom), in Italia si contano oltre un milione di persone che soffrono di malattie neurodegenerative: Alzheimer e Parkinson sono patologie che hanno un decorso progressivo che viene alla luce quando il danno al paziente è già in atto. Così, le terapie più efficaci consentono di controllare i sintomi e nel migliore dei casi rallentare l’evoluzione, ma non di «tornare indietro» nel processo già avviato e puntare alla guarigione. Una diagnosi precoce, tema centrale della Settimana Mondiale del Cervello (campagna d’informazione organizzata dalla Società italiana di neurologia), permetterebbe invece di tamponare il processo neurodegenerativo nella sua fase iniziale, quando è ancora controllabile.
DIAGNOSI - Non esistono ad oggi markers diagnostici ricavabili con metodi tradizionali (analisi del sangue o delle urine, ad esempio) per evidenziare ai primi stadi le patologie neurodegenerative non legate a modificazioni genetiche conosciute. Così la malattia viene identificata solamente quando si manifestano segni clinici che ne facciano sospettare la presenza.
Tratto da: "corriere.it" - Prosegui nella lettura dell'articolo
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