Attenzione allo iodio
Mettiamocelo bene in testa: respirare l’aria di mare non serve a farci assumere iodio. Per questo è fondamentale mangiare cibi che ne siano ricchi, pesce, molluschi e crostacei di mare in primis, e condire con (poco) sale iodato. Il consiglio vale per tutti, ma in particolare per le giovani donne in età fertile, con l’obiettivo di preservare la salute della tiroide e salvaguardare i neonati da futuri deficit intellettivi e psicomotori. E il messaggio va diffuso chiaro e forte anche in un paese circondato dal mare come l’Italia: una recente indagine condotta sui bambini in età scolare ha mostrato infatti che solo in tre Regioni, tra cui la Liguria, si raggiunge un adeguato apporto di iodio. I dati, raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, mostrano uno scarso apporto iodico anche nelle donne in gravidanza che non assumevano integratori e, nei neonati, una persistente frequenza di valori elevati di Tsh, un indicatore biologico specifico dell’ipotiroidismo congenito misurato con screening obbligatorio alla nascita.
La prevenzione è nel piatto. L’unico modo che abbiamo per assumere la quantità di iodio necessario al nostro organismo è attraverso il cibo. Considerato che l’apporto di iodio giornaliero raccomandato per un adulto è di 150 mcg (Iss), tra gli alimenti che non devono mancare sulla nostra tavola ci sono i prodotti ittici, soprattutto molluschi e crostacei, che contengono circa 74 mcg di iodio per 100 gr.
Tratto da d.repubblica.itProsegui nella lettura dell'articolo
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