Cervello: i neuroni si riproducono
Uno dei capisaldi della cultura e della conoscenza del cervello umano è stato, per decenni, l'idea che la produzione di nuove cellule cerebrali, i neuroni, fosse confinata alla fase embrionale dello sviluppo e terminasse poco dopo la nascita. Ci veniva insegnato, insomma, che nasciamo con un bagaglio di moltissimi neuroni destinati a ridursi progressivamente con l'età, e che la possibilità di crescita di nuove cellule cerebrali in età adulta è impossibile. L'invecchiamento era considerato quindi inevitabile e, quasi come consolazione, si identificava lo sviluppo della saggezza in età matura con il rafforzamente dei collegamenti tra neuroni, le cosiddette sinapsi.
Questo dogma sul nostro cervello nasce nel 1913, quando il grande neuroanatomo spagnolo Ramòn y Cajal, vincitore del premio Nobel alcuni anni dopo, concludeva che il cervello era una struttura immutabile, stabile e definitiva. La sua influenza è stata talmente grande che persino le parole di un gigante della psicologia, William James, che aveva ipotizzato la straordinaria plasticità cerebrale, sono rimaste inascoltate. Come pure lettera morta sono stati i primi studi di Joseph Altman, scienziato del prestigioso M.I.T, pubblicati sulla prestigiosissima rivista Sience, che avevano dimostrato già 45 anni fa l'esistenza di nuovi neuroni in varie specie di mammiferi. Il dogma dell'immutabilità del cervello adulto aveva reso il mondo scientifico sordo a queste ed altre dimostrazioni che vennero pubblicate su riviste prestigiose tra le quali Nature.
Tratto da: "autocompiacimento.net" - Prosegui nella lettura dell'articolo