Clinica dell’immagine. A proposito di un fenomeno autoscopico nel quadro di una parafrenia
A proposito di un fenomeno autoscopico nel quadro di una parafrenia. Parlerò di un caso di parafrenia in una ragazza di 16-17 anni. Si tratta di un quadro clinico che al giorno d’oggi praticamente non si vede più e che, tuttavia, conserva integra la sua pertinenza. Uscita dalla tradizione psichiatrica francese e tedesca, la parafrenia è venuta situandosi come un concetto intermedio della psichiatria classica, che fino a quel momento distingueva in modo netto tra i deliri cronici schematizzati della paranoia e quelli polimorfi della schizofrenia. E’ negli anni 1910-1914 che i francesi Dupré e Logre hanno proposto il gruppo dei “deliri di immaginazione”, deliri a meccanismo immaginativo su un fondo costituzionalmente mitomanico. Il termine immaginazione è qui importante perché avremo a che fare con l’Immaginario e con l’Io. Sta di fatto che i due autori hanno auspicato una separazione di questi deliri da quelli caratterizzati da allucinazioni e/o interpretazioni. Così la nuova categoria insiste sul carattere estremamente prolifico della fabulazione, dei racconti rocamboleschi e chimerici. Nello stesso periodo Kraepelin, che inizialmente aveva rifiutato questo gruppo di psicosi, individuava ciò che avrebbe chiamato parafrenie, distinguendone 4 tipi: quelle più frequentemente citate nei manuali psichiatrici sono da lui chiamate parafrenia fantastica e parafrenia confabulante (che corrispondono ai deliri di immaginazione di Dupré e Logre). Gli autori francesi e tedeschi hanno insistito sul paradosso di una ricchezza, esuberanza dei temi del delirio che coesiste con l’integrità del pensiero logico e l’adattamento al mondo reale.
Tratto da: "lacanlab.it" - Prosegui nella lettuira dell'articolo