Combattere il bullismo nelle scuole
La scuola è un continente complesso e articolato.
Quello che balza agli occhi in questi giorni sui media locali è il farsi spazio una prassi operativa che mette al centro la sicurezza dell'infanzia e dell'educazione affidandola alla Questura: accordo con il dirigente provinciale della scuola (per fortuna è andato in pensione).
Le politiche di security si stanno espandendo e stanno sostituendo le politiche sociali e rottamano quelle della prevenzione. Cosa fanno e dove sono gli operatore che si dovrebbero occupare della prevenzione da parte del Comune e dell'Asl? Non c'è un educatore di strada, non ci sono interventi di prevenzione e di consultazione all'interno delle scuole.
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Tutte le volte che un poliziotto entra in un Istituto Scolastico è il segno profondo di una grande inadeguatezza di tutto l'apparato formativo scolastico che va dal vertice fino all'ultimo operatore della scuola.
Ipotizzare che la soluzione per far fronte al bullismo nelle scuole sia quella di metter in campo dei poliziotti per affrontare dei comportamenti di disagio dell'infanzia o della adolescenza fa rabbrividire e fa agitare pedagogisti contemporanei come Vertecchi, Aldo Visalberghi, De Bartolomeis, don Milani, il maestro Manzi, per non andare a scomodare Maria Montessori o psicologi dell'educazione come Jean Piaget, Stainer, Freud, Erikson...
Tratto da www.leccoprovincia.it - Prosegui nella lettura dell'articolo