Comportamento antisociale e differenze di genere
Secondo un nuovo studio, le cause del comportamento antisociale grave possono essere differenti per maschi e femmine. Tale scoperta potrebbe aprire la strada per l’adozione di nuovi trattamenti differenziati in base al sesso.
Utilizzando tecniche di risonanza magnetica (MRI) per esaminare il cervello di più di 200 adolescenti di età compresa tra i 14 ei 18 anni, i ricercatori dell'Università di Bath, in Inghilterra, in collaborazione con altri ricercatori provenienti da diverse altre università europee, hanno condotto uno studio volto ad analizzare le differenze nello sviluppo cerebrale di 96 partecipanti con disturbo della condotta, messi a confronto con un gruppo di controllo costituito da 104 bambini che seguivano una tipica traiettoria di sviluppo.
I risultati di questo studio sono stati pubblicati il 21 luglio 2017, all’interno del Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psichiatry.
I ricercatori hanno scoperto che nei soggetti affetti da disturbo della condotta la corteccia prefrontale, ossia la regione cerebrale deputata alla pianificazione a lungo termine, al processo decisionale e al controllo degli impulsi, era più sottile, rispetto a quella dei soggetti con uno sviluppo tipico. Inoltre, i risultati dell’indagine hanno mostrato come i giovani affetti da forme più gravi del disturbo presentino una struttura cerebrale alterata.
Inoltre, l’MRI ha messo in evidenza differenze tra maschi e femmine in relazione ad aree specifiche del cervello implicate nel comportamento antisociale: ad esempio, alcune aree presentano uno spessore corticale inferiore nei ragazzi con disturbo della condotta e, allo stesso tempo, uno spessore maggiore nelle ragazze affette dallo stesso disturbo.
Tale evidenza, per la prima volta, suggerisce che potrebbero esserci delle differenze di genere nelle cause a livello cerebrale del disturbo della condotta.
Il disturbo della condotta è poco conosciuto e spesso sottovalutato e non trattato. I sintomi possono variare dalla tendenza a mentire alla fuga, fino alla violenza fisica e all’uso di armi nella sua forma più estrema. Si ritiene che almeno il 5% dei bambini in età scolare sia affetto dal disturbo, ed è tre volte più comune nei ragazzi rispetto alle ragazze. Studi precedenti hanno dimostrato che circa la metà di coloro che sviluppano un disturbo della condotta nell'infanzia continuano a mostrare gravi comportamenti antisociali o criminalità in età adulta.
Attualmente, i trattamenti utilizzati per intervenire sul disturbo si basano su programmi di educazione alla genitorialità, dal momento che tale condizione viene spesso attribuita a fattori quali la povertà genitoriale o modelli familiari disfunzionali.
Attraverso questo studio, i ricercatori hanno voluto sottolineare che questi programmi, sebbene talvolta siano molto utili, non sempre sono disponibili e che potrebbero non risolvere il problema alla radice. Tuttavia, non esiste un trattamento farmacologico specifico per il disturbo della condotta, anche se, talvolta, vengono somministrati farmaci per l’ADHD, come il Ritalin.
Uno tra i principali autori dello studio, il Dottor Graeme Fairchild, ha spiegato: "I nostri risultati indicano che lo sviluppo del cervello è interrotto nei ragazzi e nelle ragazze con un grave comportamento antisociale. Ciò suggerisce che le cause biologiche del comportamento antisociale grave possono essere differenti per maschi e femmine. A tal proposito, sarebbe utile sviluppare trattamenti specifici in base al sesso, oppure programmi di prevenzione per i giovani a rischio”.
Tratto da: sciencedaily
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)
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