Cosa dicono di noi i nostri “like”
«You are what you like»: ovvero, tutto ciò su cui noi mettiamo “like” su Facebook rappresenta ciò che siamo. Con un’accuratezza che per certi tratti sfiora il 90 per cento.
Ce lo dice lo Psycometric Centre dell’Università di Cambridge che con questo progetto rivela com’è facile individuare e definire non solo la nostra personalità ma anche quella dei nostri amici sul social media. È questo, uno dei progetti con cui il centro britannico cerca di mostrare al pubblico e alle istituzioni le potenzialità ed il lato oscuro della Rete.
«Tutto ciò che facciamo on line è tracciato: Facebook, Google, Spotify sanno “predire” come siamo per migliorare la nostra esperienza di consumatori», dice Michal Kosinski, vice direttore dello Psycometric Centre che lo scorso anno al termine del progetto Mypersonality (in collaborazione con il Mit e varie università anche italiane) ha pubblicato il suo studio sul potere di Facebook di capire come siamo. Ebbene il colosso di Mark Zuckerberg, semplicemente usando i “like” ha «la possibilità di individuare dettagli personali intimi come quoziente intellettivo, orientamenti politici, religiosi e sessuali, uso di droga e persino se i nostri genitori sono divorziati». Secondo una direttiva europea (la 95/46/EC) questi dati non si possono raccogliere se non con l’esplicito consenso degli individui, ma così di fatto non avviene.
Dice Kosinski: «Uno degli obiettivi dei nostri studi è dimostrare ai governi quanto sia facile trarre dati riservati personali molto maggiori di quelli che noi stessi riveliamo ai social network: anche potenzialmente pericolosi se pensiamo a Paesi in cui l’omosessualità, ad esempio, è punita con il carcere».
Tratto da https://espresso.repubblica.it - Prosegui nella lettura dell'articolo
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