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Da dove ha origine l'empatia: un nuovo modello

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Da una recente ricerca emerge che i meccanismi che regolano la risposta empatica originano da un contagio emotivo con i membri della famiglia e del gruppo.

Da dove ha origine l'empatia: un nuovo modelloI ricercatori Fabrizio Mafessoni e Michael Lachmann hanno cercato di spostare l'attenzione da un approccio teorico che inizi con la cooperazione ad uno che inizi con un singolo meccanismo cognitivo, sviluppando un modello utilizzato per prevedere e rispondere al comportamento degli altri, che suggerisce la "simulazione cognitiva" come origine dell'ampia gamma di risposte empiriche prese in esame, spiegando così le origini evolutive dell'empatia e di altri fenomeni a essa correlati. Dimostrano come questi meccanismi risultano vantaggiosi in ambienti complessi, consentendo ad un osservatore di utilizzare le informazioni sul proprio comportamento per interpretare quello degli altri.

Secondo Fabrizio Mafessoni, ricercatore presso il Max Planck Institute, i modelli teorici standard che vanno a ricercare le origini dell'empatia, tendono a focalizzarsi solo su scenari dove sia il coordinamento sia la cooperazione sono favoriti.

Con l’aiuto del suo coautore Michael Lachmann, biologo teorico e professore presso il Santa Fe Institute, hanno ricercato come alla base di molte risposte empatiche, tra cui il contagio emotivo, gli sbadigli contagiosi e patologie come l'echopraxia (la ripetizione compulsiva dei movimenti altrui) e l'echolalia (la ripetizione compulsiva del discorso altrui), potessero esserci dei processi cognitivi, evolvibili in assenza di una selezione parentale o consanguinea o comunque di qualsiasi altro meccanismo che vada a favorire la cooperazione o il coordinamento.

"Non possiamo leggere le altre menti: sono come 'scatole nere' per noi". Partendo da questa affermazione Mafessoni e Lechmann hanno postulato che tutti gli animali, inclusi gli umani, possono innanzitutto impegnarsi nell'atto della simulazione dell'altro e inoltre tutti condividono 'scatole nere' quasi identiche con i membri della loro specie, "eseguono costantemente simulazioni su ciò che le altre persone potrebbero fare". Questo processo di simulazione è qualcosa che gli uomini e gli animali fanno spontaneamente e non è necessariamente orientato alla cooperazione.

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Ad esempio è difficile tenere chiusa la bocca quando si immagina qualcuno che sbadiglia o che non ci si senta angosciati osservando altre persone percepire dolore. Un esempio di questo processo è rappresentato dai neuroni specchio: è noto da tempo come gli stessi neuroni impegnati nella pianificazione del movimento di una mano, vengano utilizzati anche quando siamo semplici osservatori del movimento delle mani altrui. Partendo da questo presupposto, i ricercatori si sono chiesti quali sarebbero state le conseguenze se avessero esteso quel processo di comprensione a qualsiasi altra interazione sociale.

Quando sono andati ad analizzare i risultati radicati dalle loro simulazioni, Mafessoni e Lechmann, hanno scoperto come i soggetti impegnati nella simulazione dell'attore, producevano una varietà di sistemi tipicamente spiegati in termini di cooperazione o selezione parentale, ma hanno scoperto anche come un soggetto poteva occasionalmente coordinarsi con l'attore anche quando il risultato non pareva essere vantaggioso né per se stesso né per entrambi. Il loro modello suggerisce che i sistemi empatici non si evolvono solo perchè i soggetti in questione sono disposti alla cooperazione o alla selezione parentale. Si evolvono anche perchè gli animali simulano gli altri per immaginare le loro azioni. "L'origine stessa dell'empatia può risiedere nella necessità di comprendere gli altri" sostiene Mafessoni.

Secondo Lechmann, le loro scoperte "cambiano completamente il modo in cui pensiamo agli umani e agli animali". Il loro modello può avere un riscontro teorico anche in altri campi come la psicologia cognitiva, l'antropologia, le neuroscienze, i sistemi complessi e la biologia, poichè è basato su un singolo meccanismo cognitivo che unifica un'ampia serie di fenomeni sotto un'unica spiegazione.

 

Fonte:

Fabrizio Mafessoni, Michael Lachmann. The complexity of understanding others as the evolutionary origin of empathy and emotional contagion. Scientific Reports, 2019; 9 (1) DOI: 10.1038/s41598-019-41835-5

 

 

Articolo a cura della Dottoressa Arianna Patriarca

 

 

 


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Tags: empatia relazione empatica empathy. risposta empatica

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