Demenza e depressione, le future minacce al nostro cervello
Demenze e depressione entro il 2020 saranno tra le malattie più diffuse a livello mondiale. A lanciare l’allarme è l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità che definisce la prima come una “priorità sanitaria globale”, mentre indica la depressione come la seconda causa – tra le malattie croniche ed entro il 2020 – di disabilità, in questo caso intesa come disagio sociale.
È anche per capire meglio il funzionamento di queste malattie, che avranno un’incidenza sempre più alta in un futuro non così lontano, che è stato avviato nel gennaio 2013 il più grande progetto europeo di Big Science sul cervello, lo Human Brain Project. L’obiettivo è realizzare entro il 2023 (grazie al miliardo di euro dell’Unione Europea messo a disposizione dei 90 centri di ricerca) un computer in grado di simulare il funzionamento del cervello umano. Si tratta di un progetto ambizioso seguito a ruota dal Brain Initiative, il cugino americano voluto dall’amministrazione Obama.
Approfittiamo della Settimana mondiale del cervello (da lunedì 10 a domenica 16 marzo) per fare il punto su depressione e demenza.
La demenza
La demenza non è una malattia legata al Primo e Secondo mondo. Con una relazione congiunta, l’Oms e l’Alzheimer’s Didease International (Adi) sfatano un mito (confermato anche al Rapporto Mondiale sull’Alzheimer 2013) e forniscono dati preoccupanti. Nel 2011 circa 35,6 milioni di persone in tutto il mondo erano affette da demenza. In base ai dati a disposizione, si ipotizza che questo numero raddoppi entro il 2030 e triplichi entro il 2050, superando i 115 milioni di malati.
Tratto da www.wired.it - Prosegui nella lettura dell'articolo