Disturbi mentali e rischio cardiovascolare
I risultati di uno studio internazionale hanno mostrato come gli individui affetti da gravi disturbi mentali presentino una maggiore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione generale.
L’indagine, svoltasi presso il King's College di Londra, ha preso in esame circa 3,2 milioni di partecipanti affetti da un disturbo mentale, configurandosi come la più grande meta – analisi mai condotta prima sui disturbi mentali e le patologie cardiovascolari.
I ricercatori hanno esaminato 92 studi condotti in quattro continenti e 16 diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Australia e Svezia. Hanno osservato che il 10% delle persone con disturbi mentali ha avuto malattie cardiovascolari, con tassi leggermente più alti nella schizofrenia (11,8 per cento) e nella depressione (11,7 per cento) rispetto al disturbo bipolare (8,4 per cento).
I dati forniti dallo studio hanno permesso di evidenziare una correlazione tra un grave disturbo mentale (schizofrenia, disturbo bipolare e depressione maggiore) e le malattie cardiovascolari: le persone con un grave disturbo mentale presentano un elevato rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.
Nello specifico, a questi individui è associato un rischio maggiore del 53% di mostrare disturbi cardiovascolari, oltre che un rischio del 78% più alto di sviluppare una patologia cardiaca a lungo termine.
Inoltre, è stato stimato per questi individui il tasso di mortalità a causa della patologia, che si è rivelato più alto dell’85% rispetto alle persone della stessa età nella popolazione generale.
Come suggeriscono gli autori dello studio, i risultati di questa ricerca evidenziano l'importanza di monitorare regolarmente i pazienti con gravi disturbi mentali per il rischio cardiovascolare e indicare anche una serie di fattori di rischio potenzialmente modificabili.
Secondo gli stessi ricercatori, attualmente vi sono numerose evidenze che permettono di affermare che le persone affette da disturbi mentali muoiono 10 – 15 anni prima rispetto alla popolazione generale. Questo, nella maggior parte dei casi, è dovuto alle patologie cardiovascolari, inclusi gli attacchi cardiaci e gli ictus.
Alla luce di tali risultati, emerge la necessità di individuare alcuni importanti fattori responsabili dell’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, come l’uso di antipsicotici e un più alto indice di massa corporea. Dunque, è fondamentale che i medici, laddove possibile, scelgano antipsicotici con minori effetti collaterali quali l’aumento di peso, l’ipertensione e le alterazioni del glucosio. I medici dovrebbero inoltre esaminare le malattie cardiovascolari emergenti e esistenti, nonché gestire in modo proattivo i fattori di rischio come il peso e l'indice di massa corporea.
Come ha spiegato il Dottor Brendon Stubbs dell'Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze (IoPPN) al King's College di Londra “Questi risultati rappresentano la conferma del fatto che le persone affette da disturbo mentale vengono trascurate, proprio nel momento in cui vi è un grande interesse da parte della sanità pubblica nei confronti della salute mentale della popolazione con iniziative volte a ridurre il peso delle malattie cardiovascolari. Le persone con disturbi mentali muoiono molto prima rispetto a quelli che non ne hanno, ma la maggior parte di queste morti premature può essere prevenuta promuovendo cambiamenti nello stile di vita, come l’esercizio fisico, una sana alimentazione e smettere di fumare, oltre che una maggiore prudenza nella prescrizione di farmaci antipsicotici”.
Tratto da: PsychCentral
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
Tags: disturbi psichiatrici prevenzione cardiovascular disease