Effetti dell'esposizione al razzismo durante l'infanzia
Un recente studio presentato al convegno della Pediatric Academic Societies ha messo in evidenza come l’esposizione infantile alla discriminazione razziale o etnica possa determinare un più elevato tasso di ansia, depressione e deficit d’attenzione/iperattività (ADHD), oltre che una diminuzione della salute generale.
Infatti, i bambini che sono sottoposti a comportamenti discriminatori mostrano una probabilità due volte maggiore si sviluppare ansia e depressione rispetto ai loro coetanei non discriminati.
I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 95.677 partecipanti iscritti al National Survey on Children’s Health. Oltre a fornire i dati relativi alla salute mentale e fisica, ai genitori e ai caregivers è stato chiesto se i propri figli avessero vissuto esperienze in cui sono stati giudicati o trattati ingiustamente a causa della loro razza o etnia.
Dopo aver verificato lo stato socio-economico, la struttura familiare, la lingua madre e altri fattori, gli studiosi hanno riscontrato una significativa correlazione fra l’esposizione al razzismo e la salute psico-fisica dei bambini.
Inoltre, l’essere vittima di razzismo sembra essere associato anche ad una maggiore probabilità (all’incirca superiore del 3,2%) di sviluppare ADHD.
Dai risultati emerge anche una maggiore probabilità di questi bambini di sperimentare sintomi ansiosi e depressivi. Quest’ultimi presentavano peggiori condizioni di salute e un rischio quattro volte maggiore di sviluppare ADHD.
Ashaunta Anderson, la principale autrice dello studio, ha osservato come soprattutto fra i partecipanti appartenenti ad un basso status socio-economico (ad es. gli ispanici), le condizioni di salute generale fossero peggiori rispetto ai bambini esposti a fenomeni discriminatori e provenienti da famiglie ad alto reddito, i quali mostravano gli stessi effetti negativi sulla propria salute ma di minore entità.
Inoltre, è stata messa in evidenza anche una distinzione fra bambini bianchi e bambini di colore. Mentre i primi mostravano una elevata riduzione del loro stato di salute generale, per i secondi vi era una maggiore probabilità di sviluppare ADHD.
Queste evidenze suggeriscono che la discriminazione razziale possa avere ripercussione importanti sulla salute psico-fisica dei bambini, indipendentemente dal loro status socio-economico. Per questo motivo gli studiosi ritengono che sia necessario fornire un sostegno adeguato, attuare programmi di prevenzione, promuovere strategie di coping e offrire sistemi di cura appropriati.
In particolare, attraverso interventi volti all’educazione genitoriale e alla promozione di modelli relazionali positivi tra i pari, gli autori si auspicano che i bambini possano trarne giovamento, riuscendo a tamponare almeno in parte gli effetti negativi della discriminazione.
Tratto da: PsychCentral
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Claudia Olivieri)
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