Elettroencefalogramma e livello di coscienza in pazienti con gravi lesioni cerebrali
Una nuova ricerca suggerisce che l’elettroencefalogramma (EEG) potrebbe essere un forte indicatore del livello di consapevolezza di pazienti in stato vegetativo dopo una grave lesione cerebrale
I risultati di una nuova ricerca, pubblicata nella rivista Annals of Neurology, suggeriscono una corrispondenza tra la capacità del paziente di generare un marcatore (o segnale) elettroencefalografico di attenzione durante la stimolazione tattile, e la loro capacità di produrre un segnale di consapevolezza rispetto a dei comandi verbali.
La Risonanza magnetica funzionale (fMRI) ha più volte dimostrato che una significativa minoranza di pazienti diagnosticati come in stato vegetativo sono in realtà consapevoli.
Sono stati così selezionati 14 pazienti attraverso una valutazione del loro livello di consapevolezza e di abilità comportamentale; 7 di essi erano in stato vegetativo, 6 in uno stato di minima coscienza, e 1 affetto da sindrome da locked-in, ossia una condizione nella quale il paziente è cosciente e sveglio, ma non può muoversi e comunicare a causa della completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo.
È stato poi selezionato un campione di 15 soggetti sani da utilizzare come gruppo di controllo.
I pazienti hanno effettuato due serie di operazioni di imaging cerebrale:
- Vibrazioni stimolatorie sono state applicate su ciascun polso e sulla parte superiore della schiena e somministrato impulsi non dolorosi 5 volte al secondo, mentre venivano registrati i dati elettroencefalografici. L’80% di queste vibrazioni si sono verificate sulla parte superiore della schiena. Le vibrazioni sui polsi (20%) producevano cambiamenti nell’elettroencefalogramma di un individuo sano riflettendo l’attenzione durante l’elaborazione della stimolazione in un’altra posizione.
- Durante le scansioni con risonanza magnetica funzionale, ai pazienti è stato chiesto di impegnarsi in tre compiti, per valutare la capacità “occulta” di seguire i comandi: immaginare di giocare a tennis, immaginare passeggiate intorno alla casa e contare le parole target all’interno di un flusso di distrattori.
Tutti i pazienti i cui EEG hanno mostrato evidenza di attenzione verso gli stimoli vibratori applicati sono stati anche in grado di mostrare l’abilità nel rispondere ai compiti durante la risonanza magnetica.
Similarmente, 5 dei sei pazienti in stato vegetativo, che non avevano generato segnali nell’EEG non erano in grado di generare risposte durante la risonanza magnetica.
I ricercatori sottolineano quindi che l’EEG può essere un modo economicamente efficiente di migliorare l’accuratezza della diagnosi nei disturbi di coscienza.
Mentre le diagnosi cliniche attuali sono molto accurate per i pazienti, i rapporti recenti stimano che ben il 15% di quelli considerati in stato vegetativo potrebbero mantenere un livello di coscienza che non può però essere rilevato in modo affidabili dal solo comportamento.
L’obiettivo finale è quindi quello di fornire una diagnosi più accurata per tutti pazienti, indirizzando in tal modo la riabilitazione e la terapia appropriata per coloro che hanno più probabilità di trarne beneficio.
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