Figlicidio e atto violento: stupore e riflessioni
L'omicidio è l'evento culmine della distruttività umana, produce degli effetti di stupore, di meraviglia quando l'attore, cioè l'omicida, è una persona completamente estranea alla delinquenza abituale o alla malavita.
Lo stupore si amplifica quando l'omicidio avviene all'interno delle mura domestiche e coinvolge i bambini.
In Italia dal 1880 al 1883, si sono reperitati in media 30 casi di figlicidio ogni anno. Dal 1906 al 1911 abbiamo avuto 47 casi ogni anno fino a giungere a 75 casi annui nel decennio 1950-1959. Viceversa, nei successivi dieci anni diminuiscono fino a 54 casi in media all’anno.
Dal 1989 al 2005 sono 260 i casi di figlicidio pari a una media di 16 all'anno. Di questi, 121 sono attribuiti al padre e 139 alla madre, di cui 23 infanticidi.
Stando nella provincia di Lecco dal 2000 ad oggi sono 9 le vittime. Nel 2000 a Verderio Superiore si compie un famiglicidio, vengono uccisi 2 figli (pistola), a Viganò nel 2004 altro famiglicidio con 2 figli (pistola), a Casatenovo nel 2005 viene ucciso 1 figlio (figlicidio-annegamento), a Abbadia Lariana nel 2013 viene ucciso 1 bambino (figlicidio-coltello), marzo 2014 a Lecco 3 bambini (figlicidio-coltello). Nei primi tre eventi omicidari gli attori sono autoctoni, negli ultimi due casi sono migranti. Gli omicidi familiari avvengono prevalente al Nord, nella terra del benessere economico.
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